Appuntamento settimanale con Ivana Puleo, per tutti gli amanti del MARE

Come molti di voi, da bambina parte delle mie giornate al mare, trascorrevano ad aspettare l’orario giusto
per poter fare il bagno.

Secondo i “grandi”, l’orario giusto per poter fare il bagno era 2 alle 3 ore. Bisognava aspettare.

Che si fosse mangiato un pezzo di pizza o una lasagna intera, dopo mangiato bisognava aspettare che
finisse la digestione per poter tornare alle nostre evoluzioni acquatiche.

E così, trascorrevamo il tempo a chiedere “che ora èèèèèèèè?” con la schiena curva che si cuoceva sotto il
sole, accovacciati sulle pozze di quell’acqua di mare residuata tra le rocce a caccia di granchi e lumachine o di qualsiasi altra cosa ci aiutasse a passere quelle interminabili ore…

Lì, sotto un sole rovente trascorreva parte della nostra “giornata al mare” in condizioni che facevano nascere una sincera solidarietà con il povero Venerdì di Robison Crusoe.

La prudenza non era mai troppa: al limite ci beccavamo una bella insolazione, sempre meglio di una
congestione, pensavano i “grandi”.

Ma quindi, fare il bagno dopo mangiato fa male? È una domanda che ci siamo fatti tutti almeno una volta..
La International Life Saving Federation, l’organizzazione mondiale per la sicurezza in acqua, ha smentito tale convinzione e ha dimostrato che ci sono pochissime correlazioni tra i pasti prima del bagno e il rischio di annegamento. 

La CONGESTIONE è un blocco digestivo dovuto a un repentino sbalzo termico.

A causa del brusco cambiamento della temperatura esterna, si verificherebbe un minore afflusso di sangue allo stomaco durante la digestione.

Il sangue viene richiamato nelle aree periferiche del corpo per mantenere la temperatura basale, e questo
può rallentare o bloccare la digestione.

Lo sbalzo termico può verificarsi non solo entrando nell’acqua fredda, ma anche passando da un ambiente estremamente caldo a un locale con aria condizionata, oppure ingerendo cibi e bevande ghiacciate.

Ma allora quanto tempo dobbiamo far passare tra il pasto e il bagno?
I genitori più preoccupati e ansiosi diranno 3 o 4 ore, quelli meno ansiosi si limiteranno a 2 ore.
Ma chi ha ragione?

In realtà ad aver ragione è il bambino che vuole tuffarsi in acqua subito, visto che bagnarsi subito dopo
mangiato non comporta particolari pericoli o insidie per il corpo.

Al contrario dell’opinione comune, a rischiare di sentirsi male in acqua non sono quasi mai i bambini, ma gli adulti.

Più che la congestione, dovremmo tenere presente un altro fenomeno chiamato IDROCUZIONE, causato da una brusca immersione in acque fredde.

L’idrocuzione è una sincope improvvisa dovuta alla differenza drastica tra la temperatura corporea e quella dell’acqua. È una reazione nervosa automatica che riduce la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa, e provoca un arresto della circolazione e dell’ossigenazione cerebrale.

La conseguenza è una perdita di coscienza che può essere potenzialmente letale: se non si viene soccorsi
tempestivamente, il rischio di annegamento è molto alto.

Quindi, cosa fare, o meglio: cosa NON FARE?

È bene evitare di tuffarsi in acqua di colpo quando si è molto accaldati o sudati soprattutto se si è reduci da una corsetta o una partitella in spiaggia (vale anche per la partita a paddle!)

Potremmo metterci in una zona d’ombra qualche minuto prima di entrare in acqua e quindi farlo
gradualmente.

Entrare in acqua gradualmente o bagnarsi prima vuol dire  bagnare prima di tutto gli arti per 2-3 minuti, poi la testa: imitiamo le buone abitudini dei tuffatori professionisti!

Aldilà delle diverse scuole di pensiero, delle prove più o meno scientifiche e delle tradizioni (o
superstizioni?) familiari, il mare va vissuto in SICUREZZA.

Gli incidenti in mare non sono mai colpa del mare, ma di noi utenti che a volte ci ostiniamo a voler imporre le nostre regole, le nostre abitudini, i nostri capricci.

La prudenza non è mai troppa.

Buon mare..e …sotto l’ombrellone portatevi le mitiche parole crociate: dovrebbero farvi trascorrere in
serenità il tempo necessario da attendere tra un bagno e l’altro.

Ivana Puleo

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