L’imprenditore e noto politico ha scelto il silenzio per mesi, nel rispetto della giustizia e delle istituzioni: “Oggi però sento il dovere di dire che la verità ha fatto il suo corso”

Il Giudice per l’Udienza Preliminare del Tribunale di Civitavecchia ha emesso la scorsa settimana una sentenza che segna un punto fermo in una vicenda giudiziaria che ha scosso la politica locale.

M.V. e M.N. sono stati condannati a due anni di reclusione per il reato di atti persecutori nei confronti di Alessio Coronas, imprenditore e capogruppo di Forza Italia a Fiumicino.

La sentenza è frutto di un accordo tra le parti, nell’ambito di un patteggiamento.

Secondo quanto emerso dal procedimento, Coronas è stato vittima di una serie di comportamenti intimidatori, minacciosi e diffamatori, messi in atto dai due imputati nel corso del tempo.

Le condotte contestate non solo hanno compromesso la sua serenità personale, ma hanno anche colpito duramente la sua immagine pubblica, notoriamente di serietà e grande professionalità, danneggiando il suo ruolo sia come imprenditore che come esponente politico di rilievo nella vita amministrativa del Comune di Fiumicino.

Nel dettaglio, la sentenza ha riconosciuto la natura persecutoria delle azioni, che hanno incluso minacce, molestie e una campagna diffamatoria volta a minare la credibilità di Coronas.

Un clima di intimidazione che, secondo il giudice, ha ostacolato il libero esercizio dell’attività politica e ha

influito negativamente sulla quotidianità del capogruppo forzista.

Il reato contestato, disciplinato dall’articolo 612 bis del codice penale, è stato introdotto per garantire una

protezione effettiva alle vittime di stalking e comportamenti persecutori.

La condanna odierna, in tal senso, rappresenta non solo un riconoscimento del danno subito da Coronas,

ma anche un messaggio chiaro: simili atteggiamenti non saranno tollerati, né sul piano personale né in

ambito politico.

«È una giornata importante -ha detto Coronas ai nostri microfoni- Ho scelto il silenzio per mesi, nel rispetto della giustizia e delle istituzioni.

Oggi però sento il dovere di dire che la verità ha fatto il suo corso.

Questa sentenza non cancella ciò che ho vissuto, ma è un segnale di speranza per chi subisce ingiustizie e pensa di doverle affrontare da solo.

Ringrazio la mia famiglia, i colleghi e i cittadini che mi sono stati accanto. Continuerò a lavorare per Fiumicino sempre con determinazione, perché credo che la politica debba essere confronto.»

TalkCity.it Redazione

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