Il Segretario cittadino del Partito Democratico in un direttivo ha consegnato a tutti copia di una relazione… “A futura memoria!” ha tuonato

Clima teso all’interno del Partito Democratico locale, dopo la relazione del segretario Enrico Luciani presentata ieri al direttivo cittadino.
Un intervento, distribuito anche in forma scritta ai partecipanti, in cui Luciani ha espresso apertamente un forte senso di amarezza e tradimento nei confronti di alcuni ambienti interni al partito.
“Mai avrei immaginato di dover arrivare a tanto” scrive Luciani, ripercorrendo il lungo cammino politico che ha portato il suo gruppo – dal PRC, a SEL, poi Onda Popolare – fino all’adesione al PD, sempre nel rispetto delle regole e delle richieste di tesseramento “soft”, anche su invito dell’allora segretario regionale Bruno Astorre.

Luciani denuncia una serie di episodi che, a suo dire, dimostrano una deriva consociativa del partito, incapace di valorizzare il lavoro e il consenso costruito sui territori.
Duro il passaggio sulle ultime amministrative, con accuse implicite ai vertici romani di aver ostacolato la candidatura di Marco Piendibene e di aver chiuso accordi sotterranei con la destra.
Il segretario locale definisce “strane” alcune scelte fatte dopo l’insediamento del sindaco, lamentando la mancanza di condivisione con il partito e una gestione opaca di risorse importanti come i fondi destinati all’acquisto dell’ex centrale di Fiumaretta.

Incalzante anche la critica alla convocazione “furbesca” di un congresso straordinario, che Luciani interpreta come un tentativo di rimuoverlo dalla guida del circolo.
Non mancano riferimenti diretti a episodi del passato, come le primarie del 2012, e accuse contro “personaggetti” che – secondo lui – continuano ad agire “con arroganza” all’interno del partito, considerandolo una proprietà privata.
Luciani conclude dichiarando di non avere alcuna intenzione di farsi da parte, annunciando battaglia per un “Partito aperto, libero e democratico” dove il rispetto dello statuto e il confronto tra maggioranze e minoranze siano garantiti.

Un documento che rischia di segnare una profonda frattura all’interno del PD civitavecchiese, riaprendo vecchie tensioni e ponendo interrogativi sul futuro assetto politico del partito in città.
Probabilmente in molti stavano aspettando lo sfogo di Luciani, che ha accettato la segreteria del partito con tutte le migliori intenzioni, dimenticando i motivi che per tanti anni lo hanno tenuto fuori e ben distante da certe logiche.
Corrado Orfini
