“ITALIANI BRAVA GENTE” Rubrica a cura di Micaela Taroni

Alzi la mano chi ha capito qualcosa su come si conquistano i seggi nel nuovo parlamento rimpicciolito che voteremo domani.

Dai, diciamolo senza vergognarci: domani un’intera nazione metterà piede nella cabina elettorale, osserverà la scheda  e sbiancherà chiedendosi: ora che faccio?

Perché la verità è una: non importa quanti programmi elettorali abbiate letto, quante trasmissioni televisive, dirette su Instagram e dibattiti elettorali abbiate seguito negli ultimi mesi.

Il già di per sè complicato Rosatellum, il sistema elettorale misto tra proporzionale e maggioritario, diventa un astruso rebus matematico quando viene applicato al nuovo parlamento che sarà ridotto di un terzo rispetto a quello che conoscevamo finora.

E tra collegi uninominali, liste bloccate e pluricandidature sarà un’impresa riuscire a votare correttamente per il candidato prediletto senza rischiare l’annullamento della scheda.

Quindi, che fare? Facciamo un piccolo ripasso per gli elettori più coraggiosi o disperati.

Il sistema maggioritario:

Calcolatrice alla mano: 37,5 percento dei seggi di camera e senato – 148 deputati e 74 senatori – sono assegnati con il sistema maggioritario in collegi uninominali. Qui vale una regola di ferro: il candidato che prende più voti conquista il seggio. Questo meccanismo spinge i partiti a coalizzarsi intorno a un candidato fortissimo che deve prevalere sugli altri.

Il sistema proporzionale:

I restanti 367 parlamentari saranno eletti invece nei collegi plurinominali con il sistema proporzionale. Sono 245 deputati e 122 senatori appartenenti a liste o coalizioni che abbiano superato la soglia di sbarramento del 3 percento per i partiti e al 10 percento per le coalizioni.

Qui vige la regola della Formula 1: il primo pilota che passa il traguardo vince, gli altri racimolano punti.

Lo stesso vale per i collegi plurinominali in cui si distribuiscono i seggi sulla base di percentuali nazionali ottenute dalle liste.

In ogni collegio plurinominale non si avrà quindi solo un parlamentare eletto come nel maggioritario ma un numero variabile da uno a otto, quindi anche una rappresentanza delle minoranza.

Infine ci sono i 12 parlamentari eletti dagli italiani all’estero, 8 deputati e 4 senatori.

Le liste bloccate:

Per i seggi distribuiti con il sistema proporzionale partiti o coalizioni non presentano un solo candidato come nei collegi uninominali del maggioritario, ma una serie di candidati elencati in una lista bloccata.

Gli elettori non possono esprimere preferenze votare solo candidati già scelti dalle segreterie dei partiti e inserite nelle liste bloccate.

Questo sistema serve per assicurare un seggio a una figura politica, in un collegio dove il partito è certo di vincere. In questo modo i partiti si assicurano l’elezione dei loro leader, ma incentivano la distanza tra rappresentanti ed elettorato.

Infatti i parlamentari non hanno più bisogno di essere connessi con il collegio di appartenenza e convincere decine di migliaia di persone a scrivere il proprio nome e cognome, per venire eletti.

Le schede:

Alle urne l’elettore riceverà due schede identiche, una per la camera e una per il senato.

Nel collegio uninonminale ci sarà il nome del candidato e la lista o la coalizione collegata. Nel collegio plurinominale la scheda conterrà il simbolo  della lista o della coalizione e accanto  si trovano i nomi dei candidati nella lista bloccata.

Si vota tracciando il segno sul rettangolo che contiene il contrassegno della lista e i nominativi dei candidati collegati. Non è previsto il voto di preferenza per il candidato.

Micaela Taroni

Micaela Taroni (Stampa Estera)

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