La Consigliera del Gruppo Misto: “Sanità Lazio; altro che futuro tecnologico!”

“Mentre si parla di futuro tecnologico, di strumenti all’avanguardia o di strutture futuristiche; nel Lazio si continua a morire dopo aver passato 10 ore su una barella in attesa di effettuare una TAC, che forse avrebbe potuto salvare una vita.

Questo è solo uno degli episodi capitati ai cittadini della nostra regione; venuto alla luce attraverso i mezzi di informazione, ma altri ce ne sono stati e altri ancora potrebbero verificarsi”. Lo dichiara Francesca De Vito, consigliera regionale del Lazio al Gruppo Misto

“A peggiorare le situazioni di emergenza – prosegue – quei “percorsi Covid” che allungano i tempi di intervento; e che ritengo, debbano assolutamente essere rivisti e velocizzati, specialmente in presenza di sintomi generici che possono essere valutati in tempi brevi per scongiurare episodi ancor più gravi.

Quel che è certo è che manca totalmente una pianificazione ed una visione di efficienza sanitaria; sia nel prevedere la necessità di incremento di personale medico e paramedico; tutt’oggi in carenza, sia nel ripristino e utilizzo di strutture pubbliche esistenti senza ricorrere a quelle private”.

“Non vorrei essere ripetitiva e noiosa; ma ospedali come quelli del Forlanini e del San Giacomo a Roma; o di Palombara Sabina e tutti gli altri edifici che si sarebbero potuti utilizzare; sono soluzioni a portata di mano che nessuno si è degnato di prendere in considerazione.

D’Amato – De Vito

Nel corso degli ultimi anni io stessa ho chiesto più volte la riapertura di questi nosocomi, così come ho chiesto più assunzioni e mi chiedo come mai – prosegue De Vito – non sia stato possibile far fronte a tutto questo.

Fa anche un po’ rabbia vedere un utilizzo massiccio della sanità privata che dovrebbe essere solo un minimo supporto in situazioni di estrema necessità, a cui però viene fatto ricorso sempre più spesso adesso anche nella richiesta di posti letto”

“Ancora una volta mi trovo a denunciare casi di malasanità e disservizi a carico dei malati del Lazio ai quali si dovrebbero dare risposte diverse, non solo annunciare nuovi ospedali di prossima costruzione e soluzioni avveniristiche o comunicare di essere tra le prime regioni in Italia per numero di vaccinati.

La salute – conclude – è un diritto e la Regione ha il dovere di tutelarla con ogni suo mezzo, ma ciò che avviene sul nostro territorio è un risultato da paese del terzo mondo”.

Riceviamo e pubblichiamo

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