Domenica salta il Campionato di Promozione della Lega Regionale Lazio per carenza di Arbitri

“La mia esperienza trentennale di organizzatore di Tornei di calcio amatoriale, conclusa ormai da più di un anno, è stata segnata nell’ultimo periodo dalla difficoltà di reperire Arbitri, con gli amici più attempati sinceramente stufi di venire continuamente insultati e le “nuove leve” che si guardavano bene da intraprendere una strada tanto difficile, benché ben retribuita.

Spesso ho dovuto ammettere anche a me stesso che, prima o poi, non si sarebbero più organizzati Tornei per assenza di Arbitri.

Oggi accade proprio questo, la Lega Regionale Lazio è costretta a rinviare tutto un Campionato, quello di Promozione, per carenza di direttori di gara.

Sembrerebbe essere arrivati al “punto di non ritorno”, quello che quando ci arrivi puoi solo guardare indietro perché avanti non puoi più andare.

In realtà il più bel gioco del mondo, il pallone, o calcio, o football, è un grande movimento sociale. Ogni squadra di calcio è uno spaccato di società, dentro ci trovi il ricco, il povero, il bello, il brutto, l’educato ed il maleducato.

Tutti però accomunati da una unica regola… l’Arbitro ha sempre torto. E’ un segno di cultura, la stessa che oggi porta a non rispettare le istituzioni, il professore, il poliziotto.

Parte da lontano, nel caso specifico legato al pallone si potrebbe pensare che gli istruttori di scuola calcio dovrebbero insegnare, ancor prima che a calciare il pallone, a rispettare l’Arbitro e l’avversario, spiegando che anche accettare la sconfitta con “sportività” è cultura.

Ma non me la sento di incolpare persone che si dedicano, spesso solo per passione, ai bambini su campetti di periferia e di provincia regalando loro un sogno, a volte anche loro succubi di questa “non-cultura”, quando ad esempio la mamma di turno, in una partita di Pulcini, li incolpa di far giocare il proprio pargolo… fuori ruolo…

Ma il discorso è ampio, parte da molto lontano. Oggi i genitori tutti, nessuno escluso, sono sempre pronti a tutelare i propri figli a nome di una libertà che andrebbe sempre e comunque difesa, anche a scapito del rispetto per le autorità. Questi sono i risultati.

Per quanto mi riguarda chiudo qui, potranno continuare, se credono, i tanti sociologi che affollano i social.
Le chiacchiere stanno a zero, intanto il calcio abbonda di “finti campioni”, che senza Arbitri possono anche restare a casa.”

Corrado Orfini

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