Le dichiarazioni del vice-premier e Ministro sulle centrali a carbone: un futuro energetico da rivalutare

In un recente convegno della Lega incentrato sul nucleare, il vicepresidente del Consiglio e ministro dei
Trasporti Matteo Salvini ha sollevato un tema controverso, esprimendo il suo dissenso riguardo alla
chiusura delle quattro centrali a carbone attualmente attive in Italia.
Secondo Salvini, decidere di interrompere l’operatività di queste infrastrutture energetiche non sarebbe
nell’interesse del Paese, specialmente in un contesto di crescente domanda di energia.
“Chiudere le 4 centrali a carbone non serve al paese” ha dichiarato Salvini, sottolineando la necessità di
mantenere tali fonti di approvvigionamento energetico per garantire stabilità e continuità nella fornitura
di energia.

Questa posizione rappresenta una visione pragmatica, secondo il ministro, che pone l’accento
sull’urgenza di affrontare i bisogni energetici della popolazione.
L’invettiva contro la chiusura delle centrali a carbone è accompagnata dall’amara constatazione di come
anche i paesi più attivi nella promozione di politiche eco-sostenibili, come la Germania, continuino
comunque a fare affidamento su tali fonti.
“È incredibile che i tedeschi, che si sono inventati il ‘green deal’, abbiano il 25% di energia generata dal carbone”, ha osservato, evidenziando un apparente paradosso nella loro strategia energetica.
Questa affermazione mira a suggerire che, nonostante le dichiarazioni politiche in favore di una
transizione verso fonti di energia rinnovabile, i paesi più avanzati mantengono ancora un’importante
dipendenza dal carbone.

Salvini non si è limitato a formulare una critica, ma ha anche espresso la sua opinione su un futuro energetico che non dovrebbe escludere il carbone.
“Tagliarsi un pezzo di futuro” è come ha definito l’eventualità di chiudere le centrali, mettendo in
discussione la strategia di transizione energetica attuata in Italia e proponendo una riflessione su come
gestire la transizione verso le energie rinnovabili senza compromettere la sicurezza energetica del Paese.
La posizione di Salvini apre un dibattito cruciale su come bilanciare le esigenze energetiche immediate
con gli obiettivi di lungo termine in termini di sostenibilità ambientale.

Anche Civitavecchia, con la notizia della chiusura definitiva della Centrale ENEL al 31 Dicembre prossimo, è divisa tra gli ambientalisti che non vedono l’ora di festeggiare per la dismissione e i tanti lavoratori, aziende dell’indotto incluse, che vorrebbero che quel giorno non arrivasse mai.
In conclusione, le parole di Matteo Salvini invitano a una riflessione sul futuro energetico del nostro
Paese, sottolineando la necessità di un approccio equilibrato che tenga conto sia delle necessità
immediate che delle ambizioni a lungo termine in ambito ambientale.
Un equilibrio che, come suggerisce il ministro, può non essere facilmente raggiungibile senza una
valutazione accurata delle risorse disponibili e delle sfide da affrontare.
TalkCity.it Redazione
