Rubrica del Sabato a cura di Micaela Taroni

I simboli sono importanti, al punto da diventare icone e stereotipi.

Come nel caso della famigerata copertina che il settimanale tedesco Der Spiegel pubblicò nel 1977: un piatto di spaghetti con sopra una pistola e, in primo piano, una vetrina crivellata di colpi: come dire Italia, patria della pasta e della mafia.

I luoghi comuni sono duri a morire, il cliché sull’Italia sempre in agguato. Non stupisce quindi che la vittoria del centro-destra alle elezioni di domenica allarmi le testate internazionali.

Sotto la lente d’ingrandimento viene messa la vicinanza dei vincitori ai governi di Ungheria e Polonia, il rischio del ritorno del fascismo e la figura di Giorgia Meloni.

Non per niente il settimanale “Internazionale”, dedicando il suo ultimo numero ai commenti della stampa estera sulle elezioni, pubblica una copertina ad effetto: l’Italia calpestata da uno stivale da gerarca in stile ventennio.

Da “Die Zeit” al “New York Times”, i big tra gli organi d’informazione esteri leggono la vittoria della coalizione Fratelli d’Italia-Lega-Forza Italia come la consacrazione dei nazionalisti.

La maggior parte delle testate definisce i vincitori di “estrema destra”. I media tedeschi non si capacitano come mai gli italiani non considerino o addirittura ignorino completamente i legami storici del partito di Giorgia Meloni con il fascismo e si disinteressino d del fatto che il simbolo di Fratelli d’Italia sia la fiamma tricolore. Cosi’ l’autorevole “Die Zeit” parla di “fascismo degli italiani per bene”.

“Giorgia Meloni rivendica la vittoria per diventare il premier italiano più di estrema destra dopo Mussolini”, commenta dall’altra parte dell’Atlantico la CNN, mentre il “New York Times” definisce Fratelli d’Italia “hard-right party”, quindi partito di estrema destra, rimarcando che a differenza della Germania, che ha elaborato il suo passato nazista, l’Italia si distingue per una “amnesia deliberata” sul fascismo.

Il giornale francese “Liberation” invece punta tutto sull’analogia con il ventennio: “In Italia i postfascisti alle porte del potere un secolo dopo la marcia su Roma”.

Diversa la linea dei media dell’Europa orientale, con posizioni politiche più vicine al centro-destra. “Giorgia Meloni saprà gestire l’Italia in modo equilibrato”, assicura il quotidiano ungherese Magyar Hírlap, mentre il polacco Gazeta Wyborcza si chiede “Chi è Giorgia Meloni? Per alcuni è la Marine Le Pen italiana, per altri è Mussolini in gonna”.

L’Italia vista dagli altri naturalmente incuriosisce.

Ciò non toglie che gli italiani abbiano espresso democraticamente il loro voto, dando fiducia al centro-destra che ora si dovrà rimboccare le maniche e dimostrare che stereotipi e pregiudizi sull’Italietta nostalgica del ventennio sono fuori luogo.

Il Paese testerà probabilmente la sua prima donna premier. Che verrà giudicata dai cittadini e non da qualche osservatore estero arroccato dietro il computer. La sfida è grande considerato il difficilissimo periodo.

Vediamo se Meloni sarà all’altezza delle aspettative di chi l’ha votata. Almeno diamole il tempo di mettersi alla prova.

Micaela Taroni

Micaela Taroni (Stampa Estera)

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