Oggi la sentenza di primo grado. Pene eccezionali per un “caso” drammaticamente eccezionale

Questa mattina è arrivata la sentenza del Tribunale di Civitavecchia dopo sette anni da quel tragico pomeriggio che costò la vita al calciatore Flavio Gagliardini durante gli allenamenti sul campo del DLF di Civitavecchia. Una sentenza di primo grado che, per motivazioni tecniche, probabilmente resterà definitiva.

Condanne per tutti e tre gli imputati: due anni per il medico sportivo Gianfranco Iacomelli, un anno e otto mesi per il cardiologo Marco Di Gennaro e per il Presidente della Società per la quale il calciatore era tesserato, Vitaliano Villotti.

La vicinanza e l’affetto per Flavio ed il rispetto per il dolore dei familiari sono talmente grandi da mettere in secondo piano ogni eventuale considerazione.

Non mi permetterò di scrivere nulla a proposito della sentenza, anche perchè ancora non sono state rese pubbliche le motivazioni della stessa.

Vorrei però, con tutta la delicatezza possibile che questo “caso” merita, pensare alla posizione di un Presidente di una Società Sportiva dilettantistica che, armato esclusivamente di passione e amore per lo sport, corre dei rischi immensi.

Vero è che non bisogna lasciare nulla al caso, soprattutto quando di parla di salute, prendendo tutte le dovute precauzioni che assicurino in primis la sicurezza degli atleti… ma nell’impossibilità di avere garanzie e certezze, quanti Presidenti oggi faranno i conti con questa sentenza… quanto il gioco vale la candela?

Un discorso molto delicato per il quale, forse, ancora è aperta la ferita lasciata a tutta la nostra comunità, sportiva e non, a seguito della scomparsa di Flavio… ma che sicuramente farà riflettere molto, in tutte le direzioni.

Corrado Orfini

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