E’ stata rinviata a febbraio, in data da definire, per un imprevisto di Gabriel Garko, causato da forza maggiore, la presentazione che era in programma per domani venerdì 19 gennaio

“Cammino a passi lenti. Il mio sguardo scruta il terreno davanti a me….”. inizia così “il giardino del tiglio”, libro scritto da Gabriel Garko e Gino Saladini edito da Baldini più Castoldi che sarà presentato presso la biblioteca A. Capotosti, dalla direttrice Cristina Perini e da entrambi gli autori a febbraio, in data da definire.

A curare la presentazione, l’assessore alla cultura Gino Vinaccia che per l’occasione ha dichiarato: “Sono particolarmente lieto di incontrare gli autori e di presentare il libro nella nostra biblioteca.

Il romanzo affronta temi ad alto contenuto psicologico e indaga con grande senso narrativo e profonda sensibilità, la complessa sfera dei legami familiari nel mondo di oggi. Si sofferma sull’importanza del tempo nelle dinamiche delle nostre vite e sul significato della vita stessa.

Gli autori sono Gabriel Garko noto attore di cinema, televisione e teatro al suo secondo romanzo e Gino
Saladini scrittore, autore di teatro di narrazione, medico legale e criminologo.

Entrambi saranno presenti e disponibili a rispondere alle domande del pubblico che mi auguro interverrà numeroso in questa circostanza.”

Protagonista del romanzo è Edoardo Dalla Valle un professore di Filosofia Estetica a Roma che, in passato, è stato ospite dei principali salotti televisivi per le sue controverse posizioni contro l’omosessualità.

Le sue opinioni lo hanno irrimediabilmente allontanato dalla sua famiglia arcobaleno che suo figlio Federico ha costruito con suo marito Paul al punto che si è sempre rifiutato di conoscere i nipoti Luca e Matteo, perché nati da una maternità surrogata.

Edoardo soffre di Alzheimer e, dopo aver tenuto una lectio magistralis, all’università, entra in uno stato di “wandering” in cui vaga confuso e sparisce. Sarà lo stesso Edoardo, nel suo vagare indotto dalla malattia, dopo essere tornato nella sua casa di infanzia, ormai ridotta ad un rudere, a riannodare i fili di una memoria che sembravano lacerati per sempre, ricordando l’evento drammatico che ha segnato la
sua vita.

L’Assessore alla Cultura
Gino Vinaccia

Riceviamo e pubblichiamo

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