Appuntamento settimanale con Ivana Puleo, per tutti gli amanti del MARE

Eh già, anche il mare, proprio come la terra, ha un suo ciclo vitale da rispettare e la sua stagionalità: la
disponibilità di pesce e la sua offerta, varia infatti da mese a mese.

La fortuna di essere “abitanti del Mediterraneo” ci apre a delle occasioni uniche per quanto riguarda la
scelta e la varietà di prodotto che abita un mare così, ricchissimo appunto di pesce azzurro, a sua volta ricco di omega 3 e acidi grassi naturali.

Effettivamente c’è scarsa conoscenza della rosa di prodotti in commercio e anche delle diverse alternative.
Spesso, sbagliando, acquistiamo il pesce senza domandarci della sua provenienza.

Se però siamo dei consumatori attenti e acquistiamo già frutta e verdura preferendo quelli di stagione,
dovremmo usare lo stesso criterio anche per la scelta del pesce che portiamo a tavola!

Scegliere Pesce di Stagione va infatti a vantaggio dell’ambiente e del suo equilibrio, garantisce la qualità di ciò che mangiamo e fa bene anche al nostro portafoglio, che non guasta!

foto: Ivana Puleo

Vediamo cosa ha da offrire il nostro mare nel mese di agosto: acciuga, dentice, nasello, orata, pesce spada, sardina, sgombro, sogliola, triglia, cefalo, ricciola, sarago, tonno rosso.

Se siamo a corto di idee o di ispirazioni, basta sbirciare sul web o in qualche vecchio breviario di cucina, e
troveremo mille modi per trasformare questa “materia prima” in dei ghiotti manicaretti.

Ormai è un mantra o piuttosto una goccia cinese: ognuno di noi DEVE fare la propria parte per invertire la
rotta, eh già: l’attenzione di noi tutti verso la sostenibilità ambientale è un obiettivo da perseguire ogni
giorno e lo si fa, appunto tutti i giorni, anche attraverso la scelta dei prodotti che scegliamo di portare sulla nostra tavola.

DaDindoVenghe? (Traduzione: da dove vieni?)

Ecco… chiediamolo e chiediamocelo: da dove vengono i prodotti che acquistiamo?

Ormai a priori molti di noi scartano l’acquisto della carne allevata in allevamenti intensivi o anche macellata in Europa; siamo molto attenti che le uova non provengano da allevamenti intensivi preferendo quelle da “allevamento a terra”, e che le verdure siano stagionali e preferibilmente a Km ZERO.

foto: Ivana Puleo

Molto è già stato fatto in materia di conoscenza e sensibilità.

Dovremmo trasferire la stessa attenzione al mare: acquistare pesce stagionale, non pesce “alla moda”;
acquistarlo non da allevamenti intensivi o surgelato, ma dal pescivendolo.

Non avete un pescivendolo di fiducia? Vi invito ad “adottarne uno”.

Fidelizzarvi con un Uomo (una donna…) che ha a che fare con il mare, vi farà solo che bene.

Paolo, Il mio pescivendolo ad esempio, riesce sempre a consigliarmi delle ricette veloci per il pesce che ha
bello in mostra sul suo banco.

Quando so di non avere il tempo per “trastullarmi” in giro tra i banchi del mercato rionale (cosa che adoro
fare presto presto la mattina…) lo chiamo e gli chiedo “cosa hai oggi”? In base a quello che ha, decido la cena.

Il pesce me lo fa trovare bello pulito e aggiunge sempre anche del prezzemolo fresco: un ingrediente che
impreziosisce ogni piatto! Paolo rappresenta un anello di una lunga catena, una filiera virtuosa che è la nostra pesca, i nostri pescatori.

Siete mai usciti in barca a pescare? Intendo a pescare con i pescatori, sopra un pescareccio?

Io si, qualche volta, perché dovevo documentare il problema della plastica in mare per un progetto della
Regione Lazio (#fishingforlitter).

foto: Ivana Puleo

Alzarsi tutte le “mattine” alle 02.30, per salpare da una banchina alle 03:00, navigare, calare la rete, gestire
le lunghe ore di attesa in condizioni lavorative difficili, un clima spesso ostile e implacabile dove la
concentrazione non deve mai calare e la forza e la prestanza fisica è l’unico elemento che alla fine
garantisce sia la quantità del pescato che il fatto di poter tornare di nuovo in porto…e…

Tutto questo ogni giorno della settimana, del mese, degli anni che scandiscono un lavoro che raramente è il frutto di una “prima scelta” di vita o di “stile di vita”, ma spesso il risultato di una tradizione familiare che per qualche motivo, la gente di mare, sente ancora l’esigenza di mantenere in vita o, altre volte una
“ripiego occupazionale”.

Ecco: c’è molto da imparare dal mare, perché il mare ci parla nella sua lingua e noi, bipedi che ci muoviamo frenetici sulla superficie terrestre, non sempre prestiamo orecchio alla sua voce, alla voce delle sue creature, non sempre ci fermiamo a guardare la sua gente, la gente che vive di mare.

Non sempre pensiamo di poter avere una parte, un ruolo, anche se non necessariamente un ruolo primario, in questo incredibile racconto che si tramanda “dai tempi dei tempi”.

Il mare, la tavola, sono luoghi di inclusione e la capacità di “includere” è soggettiva, spesso va educata, e
diventare dei fruitori e dei consumatori responsabili delle nostre risorse, fa e farà la differenza.

Ps: ricette con le acciughe, ne avete?

Ivana Puleo

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