Il giovane tecnico dei Giovanissimi U14 Elite del Civitavecchia Calcio si racconta tra passato, presente e futuro.

Ancora ha addosso il sapore del successo, ottenuto in campionato ai danni del G. Castello.
Mister Alessio Pane arriva in sala stampa e si concede ai nostri taccuini…

Quanta soddisfazione c’è in lei per aver raggiunto l’obiettivo stagionale?

“Devo ammettere che abbiamo tagliato il traguardo con molto sudore, in particolare per me, che ero alla mia prima esperienza in queste categorie importanti. Non avrei mai pensato di sedere sulla panchina del Civitavecchia, la mia città. Con largo anticipo abbiamo portato a casa la salvezza e di questo ne sono contentissimo. Il sacrificio comunque ci sarà ancora perché, alla fine del campionato mancano altre quattro gare e ci piacerebbe chiudere in bellezza. Pertanto vorrei fare un plauso a tutti i ragazzi che, da subito, hanno sposato le mie idee calcistiche”.

Torniamo indietro nel tempo. A quanti anni ha attaccato gli scarpini al chiodo?

A 42 anni, dopo aver vinto un campionato al Dlf e in seguito i miei amici hanno organizzato una festa per il mio addio al calcio giocato…

E dopo cosa è successo?

Ben presto è arrivata la trasformazione da calciatore a istruttore di scuola calcio e per questo devo ringraziare il Direttore Bruno Dignani. Lui mi ha dato l’opportunità di intraprendere questo nuovo percorso.

E poi è arrivata l’iscrizione al corso di giovani allenatori…

Certamente. Ho studiato per prendere il tesserino Uefa e subito dopo il contatto con il Civitavecchia calcio, accettando l’incarico con orgoglio.

Ricorda i primi calci dati al pallone?

È stato il periodo più bello della mia infanzia. Abitavo in periferia e con i miei amici passavo intere giornate al Pro Campo Oro. In quella società sportiva incontrammo un istruttore che ancora oggi ringraziamo per averci regalato preziosi insegnamenti.

E il futuro di mister Alessio Pane?

Spero di collaborare ancora col Civitavecchia calcio, magari continuando il cammino con gli stessi ragazzi di oggi.
Staremo a vedere dove ci porterà il futuro.

Carlo Gattavilla

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