Il record che accomuna Civitavecchia e Fiumicino è alquanto allarmante. I dati emersi fanno accapponare la pelle.
Le due città della costa romana sono finite sulle pagine dei quotidiani nazionali per un record tristissimo. Sia a Fiumicino che a Civitavecchia, infatti, c’è una continua movimentazione di persone e merci, dovuta alla presenza dell’aeroporto e del porto.
Sono due luoghi strategici per il commercio nazionale e internazionale, ma non solo quello legalizzato.

Infatti, il triste primato che vede le due città laziali come protagoniste riguarda proprio la criminalità organizzata.
Grazie a una fitta ed estesa rete, infatti, i malviventi riescono a fare del porto e dell’aeroporto due luoghi idonei ai loro interessi. Ovviamente, il commercio di cocaina e di altri tipi di droghe sono fra gli elementi più importanti per i loro affari.
Il record di segnalazioni e di chili di droga passati per lo scalo e per il porto è stato confermato recentemente da parte della Direzione centrale antidroga.
Sono state ben 4 mila le persone che sono state identificate (specie come corrieri) e ciò ha creato degli imprevisti per i malviventi, già messi a bilancio da parte dei narcos.
A emergere, recentemente, sono dei nuovi referenti dei potenti criminali riconosciuti a livello internazionale. A preoccupare maggiormente, però, sono i numeri emersi da un recente report.
Fiumicino e Civitavecchia, il record ha messo tutti in allarme
La droga che arriva nelle due città romane proviene in special modo dal Brasile (44,83 chili). Anche i narcotrafficanti del Perù, però, fanno la loro parte (41,22 chili), e in maniera meno incisiva, ma comunque sostanziale.
Financo quelli della Repubblica Domenicana (10,91 chili) e dell’Argentina (10,42 chili) riescono a commercializzare i loro prodotti illegali in Italia.

Il record italiano stimato nel 2023, sommando anche i dati precedenti, è pari a 12 mila chili di stupefacenti che arrivano fra Fiumicino e Civitavecchia.
Il primo posto, per chili di marijuana sequestrata, è di Civitavecchia. Infatti, nel porto dell’Alto Lazio arriva l’80% del totale di tutta l’erba che viene sequestrata in Italia.
Sono diverse le organizzazioni criminali sudamericane che operano con quelle italiane. Fondamentalmente, si rapportano in special modo con la ndrangheta.
Anche gli albanesi, però, spesso in stretto rapporto con le ndrine, si stanno conquistando col tempo una fetta sempre più alta dagli affari provenienti dalla droga che approda nel nostro Paese.
Affari con il Cartello del Golfo colombiano, con militari marocchini e tanti altri criminali di caratura internazionale fanno ben comprendere la portata della situazione.
Michelangelo Loriga
