Tra il 2016 e il 2023, i servizi aggiudicati – in gran parte attraverso affidamenti diretti o proroghe senza gara – ammontano a oltre 950 mila euro, visibili nell’Albo comunale, oltre a svariati milioni in fatture ancora al vaglio della GdF

Una nuova inchiesta scuote il Comune di Fiumicino. Due dipendenti comunali e due imprenditori privati sono finiti agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione e turbativa d’asta.

A renderlo noto è la Guardia di Finanza, che ha condotto le indagini su delega della Procura della Repubblica di Civitavecchia, la quale ha ottenuto dal giudice per le indagini preliminari l’applicazione delle misure cautelari.

L’indagine, partita dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma, ha puntato i riflettori sul sistema degli appalti pubblici nel settore delle politiche sociali del Comune, portando alla luce un presunto sistema consolidato di favori e tangenti.

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, i due impiegati comunali avrebbero agevolato specifici imprenditori nell’ottenimento di importanti commesse pubbliche in cambio di elargizioni di denaro non dirette,

ma veicolate attraverso l’uso di carte di credito intestate agli imprenditori, ricaricate periodicamente e utilizzate dai funzionari infedeli per spese personali.

L’inchiesta ha rivelato un quadro indiziario solido, basato su intercettazioni telefoniche, acquisizioni documentali, prove patrimoniali e dichiarazioni.

Emergono pratiche sistematiche di gestione distorta della cosa pubblica, dove il rapporto tra pubblico e privato sarebbe stato profondamente inquinato.

Le intercettazioni restituiscono uno scenario inquietante: funzionari pubblici che anticipavano agli imprenditori amici i contenuti dei bandi,

ne sollecitavano la partecipazione e ne concordavano tempi e modalità, in barba ai principi di trasparenza e concorrenza.

Tra il 2016 e il 2023, i servizi aggiudicati – in gran parte attraverso affidamenti diretti o proroghe senza gara – ammontano a oltre 950 mila euro, visibili nell’Albo comunale.

A ciò si aggiungono fatture per oltre 4,6 milioni di euro relative ad altri appalti su cui la documentazione è in corso di acquisizione.

In un altro caso, un imprenditore avrebbe ottenuto ventidue commesse pubbliche per un totale di oltre 1,3 milioni di euro.

In cambio, secondo l’accusa, avrebbe coperto spese personali dei dipendenti pubblici, contribuendo a

consolidare un vero e proprio duopolio negli affidamenti.

I settori coinvolti sono quelli legati al coordinamento delle politiche sociali, agli interventi sociosanitari e

ai servizi di accoglienza per immigrati, in particolare nell’ambito del progetto S.A.I. (Sistema Accoglienza

e Integrazione).

“Si è trattato di un sistematico asservimento della funzione pubblica –

si legge nella nota delle Fiamme Gialle –

in spregio alla legalità e all’imparzialità dell’azione amministrativa”.

L’inchiesta è ancora in corso e l’acquisizione dei documenti relativi agli appalti continua.

Ma il quadro che emerge è già pesante, e getta ombre profonde sulla gestione della cosa pubblica a Fiumicino in uno dei settori più delicati: quello dei servizi sociali, relativo a passate Amministrazioni Comunali.

TalkCity.it Redazione

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