La Processione votiva a Cristo morto è partita puntuale con grande organizzazione e partecipazione dalla chiesetta del Crocifisso per procedere lungo le vie del centro storico

La Processione del Venerdì Santo a Tolfa, spiega l’assessore alla cultura Tomasa Pala, è una tradizione antica e tramandata con fede e forte devozione ed è tra  le tradizioni più care al popolo tolfetano che, negli anni, si è dimostrato attento e generoso, contribuendo all’acquisto di macchine per il trasporto, vestiari e vari accessori.

La tradizionale processione della Passione di Cristo, voluta dal Parroco Don Martin Bahata, è organizzata dalla Confraternita “Umiltà e Misericordia” e dalla Parrocchia di S. Egidio.

L’ evento, come di consueto, è stato molto sentito e partecipato con il dovuto silenzio dalla numerosa  cittadinanza e da tanti turisti anche internazionali, presenti  lungo le vie del centro storico. È stato caratterizzato da un folto corteo che ha accompagnato , in processione, il Cristo morto e le tante macchine che trasportano statue.

I centurioni hanno aperto la processione insieme ai tanti figuranti in costume d’epoca che richiamano i personaggi della Passione.Il passaggio delle pesanti croci di legno, trasportate a spalla dai fedeli, ha rappresentato un momento molto emozionante, così come il silenzio, interrotto dalle note luttuose intonate dalla Banda G. Verdi, diretta dal Maestro, nonchè sindaca, Stefania Bentivoglio.

Durante le pause della Banda, molto suggestivo è stato il rumore sordo  delle catene strascinate a piedi nudi, in segno di penitenza, da persone vestite di nero e con il capo coperto.

Un rumore sordo che fa eco lungo le vie del borgo accompagnato dal canto di lamenti del Popule Meus fino su, in cima alla suggestiva e ripida salita di via Annibal Caro che ben simula la salita del Calvario, per poi attraversare piazza V. Veneto e via Roma.

Il corteo si è concluso con il rientro nella chiesa di Sant’Egidio Abate di tutte le statue portate in processione:  il  Cristo morto, la Madonna Addolorata e il Cristo nell’ Orto degli ulivi.

Qui il parroco, Don Martin Bahata, ha ringraziato tutti gli organizzatori, le persone che con grande maestria hanno allestito i “Sepolcri” nella stessa chiesa di S.Egidio, S.Antonio, La Sughera e la piccola, ma preziosa chiesetta del Crocifisso dove sono stati scelti per l’addobbo i colori dell’ Ucraina.

Il parroco ha continuato a ringraziare i figuranti, le autorità presenti che hanno permesso di svolgere l’evento in sicurezza e speso parole di apprezzamento per la grande, composta e silenziosa partecipazione della comunità tolfetana ad un evento che ne esprime la cultura e l’identità da salvaguardare e tramandare.

Il parroco ha poi ricordato con affetto Amedeo Pesoni, portatore di statue, per la sua personalità mite, buona e socievole, tra i primi fedeli  ad accoglierlo. In sua memoria è seguito un minuto di silenzio.

Le splendide vie del borgo, illuminate da lumini e  luce fioca, hanno reso la processione ancora più bella, suggestiva e fortemente coinvolgente anche perchè i figuranti si sentono investiti nel ruolo e desiderosi di fare un’esperienza unica che li coinvolge totalmente, li emoziona e fa emozionare i tanti fedeli e curiosi presenti lungo le vie.

Tolfa, dopo un lungo periodo di restrizioni per prevenire i contagi da Covid 19, ha  di nuovo vissuto in pieno questo solenne e importante evento dell’ amata tradizione tolfetana.

Che sia una Buona Pasqua di Resurrezione foriera di pace e serenità per tutti, in particolare per chi sta vivendo momenti terribili per una guerra che ogni giorno ci pone davanti agli occhi stragi efferate e atroci crudeltà compiute contro civili inermi. 

Riceviamo e pubblichiamo

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