La società odierna è strutturata su ritmi frenetici e tempi accelerati. È un’era digitale in cui grandi e piccoli trascorrono molto tempo online. È mutata la concezione spazio temporale e la modalità di entrare in connessione, e non sempre in relazione, con l’altro.
Se i progressi industriali e tecnologici hanno apportato evidenti vantaggi e nuove conquiste, è importante prevenire il rischio di una deriva alienante.
Gli eventi paranormativi e potenzialmente traumatici che hanno segnato gli ultimi tempi possono aver agevolato nuove consapevolezze sulle priorità essenziali della vita, un contatto intimo, un ascolto inedito.
Una dimensione che rischia di essere sempre più eclissata e sottovalutata, soprattutto per chi vive nelle metropoli, riguarda il rispetto della natura.
In questa breve riflessione porremo il focus sui benefici psicologici generati da un prato verde, dall’odore della pioggia, dal rumore del mare, dal contatto con la natura.
Uomo – Natura: i benefici psicologici
Nella comprensione dell’interazione individuo-ambiente esiste un’imprescindibile soggettività in una cornice multifattoriale.
Tuttavia, si possono riscontrare dei denominatori comuni nell’esperienza collettiva.
Gli stili di vita odierni rischiano di essere motori di disconnessione. Spesso non si ha il tempo per fermarsi, normalizzando livelli di stress disfunzionali e patogeni.
Il verde, come colore rappresentativo della natura, non ha poteri miracolosi e non può essere l’unico strumento di cura ma condiziona incisivamente la qualità di vita delle persone e, integrato ad altre dimensioni, tutela il benessere psicofisico.
Il contatto con la natura assume la duplice funzione preventiva e supportiva e deve inserirsi in una cornice di rispetto per l’ambiente.
La cura di Sé non può prescindere dalla cura per la natura, dalla tutela dell’aria che respiriamo.
A cura della Dott.ssa Giulia Gregorini