Non c’è pace nel centro destra cittadino. Siamo ormai al quarto rimpasto in questa incomprensibile telenovela

Incomprensibile perché nessuno conosce le ragioni dei continui rimaneggiamenti dell’assetto amministrativo, nessuno sa in città per che cosa litigano e perché ogni sette mesi circa hanno necessità di cambiare gli assessori e gli assetti. Incapacità degli esclusi?  Scoperta di nuovi talenti? Ci basterebbe saperlo. Invece non è dato sapere cosa stia succedendo, neppure al Consiglio Comunale, sistematicamente escluso persino dalla conoscenza.

Sono ormai anche giunti al punto di far venire da fuori città una esperta – così esperta da essere sconfitta alle elezioni nel municipio della sua Ostia – per sostituire un nostro concittadino assessore di recente nomina. Ma si sa: da noi si mandano a consolare gli sconfitti di altri territori ed è evidente quanto i destini di Civitavecchia siano “telecomandati” da Roma. Uno spettacolo ormai divenuto desolante, con un sindaco che non si sa neanche se stia a guardare o sia proprio del tutto assente.

In altri contesti e con altri protagonisti balletti di questa natura sarebbero impensabili. Intanto la città langue e affonda nel degrado e nell’abbandono. Non abbiamo davvero memoria di una amministrazione così inconcludente, priva di progetti e incapace persino di gestire l’ordinario. In due anni e mezzo non abbiamo visto un’opera, un progetto, andare a compimento, ed anche sui problemi che sono emersi, si pensi in particolare l’Enel, ma il quadro si potrebbe estendere, nessun protagonismo della amministrazione per difendere la città dai rischi gravi per la salute, l’ambiente e il territorio.

Quanto può durare questo immobilismo? Nella fase che viviamo molte sono le opportunità da cogliere, possibili però solo a condizione che ci siano progetti e chiarezza di obiettivi. I rimaneggiamenti, il cambio degli assessori, la revisione della maggioranza, non sembrano aver risolto nessuno dei gravi problemi di inefficienza che caratterizzano l’amministrazione della città. Il problema è altro: una maggioranza che si è costituita per pure logiche di potere, priva di intese programmatiche e di sperimentata coesione, non può reggere alla prova di governo. Il raccogliticcio usato per vincere le elezioni non può assicurare né stabilità né efficienza.

Riceviamo e pubblichiamo – Piendibene, Di Gennaro, Scilipoti, De Angelis, Tarantino

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