Ci scrive una docente di Musica di un plesso cittadino

<<Gentile Direttore,
sono una docente di Musica presso l’I.C. Ladispoli 1 e vorrei condividere con Lei alcune riflessioni.

La scuola pubblica è spesso presa di mira a seguito di fatti onestamente incresciosi e riguardo ai quali non sempre si riesce a ottenere la necessaria chiarezza.

Questo potrebbe dare luogo nell’opinione pubblica a un generale svilimento della funzione docente, facendo perdere la fiducia nell’operato di tanti seri, validi e preparati professionisti del settore i quali, quotidianamente, si prodigano nella continua ricerca di modi e strategie per trasmettere i propri saperi alle giovani generazioni, nella speranza di suscitare interesse e amore per le varie materie.

A tal proposito vorrei parlare particolarmente dell’importanza costituita dalle materie riguardanti l’Arte in genere, naturalmente senza nulla togliere all’importanza di tutte le altre materie che, ugualmente,
contribuiscono a una crescita armonica della personalità e della cultura dei giovani.

In modo ancora più particolare desidererei esporre la mia esperienza di docente di Educazione Musicale presso la scuola secondaria di primo grado (così detta “scuola media) presso l’I.C. Ladispoli 1.

Il mio primo cruccio è rappresentato dal fatto che l’insegnamento della Musica in una fascia di età determinante per il completamento dello sviluppo neuronale è limitato, per lo più, ai tre anni della “scuola media”; successivamente di Musica non se ne parla più, eccezion fatta per i (ancora pochi)
licei musicali.

In chi assiste a un saggio musicale presso una scuola, l’impressione che passa è che tutto sia stato fatto per divertimento e con facilità, quasi come se la Musica fosse un piacevole passatempo del quale, tutto sommato, si potrebbe anche fare a meno. Ebbene non è così! Certo, fare Musica e, soprattutto, fare Musica insieme agli altri è certamente fonte di divertimento, gioia, benessere, condivisione dei risultati, ma è anche studio, applicazione, fatica quotidiana.

La mia riflessione volge al termine avendo negli occhi e nella mente l’immagine delle mie alunne e
dei miei alunni mentre si “fa” Musica: ogni classe si trasforma per magia in una piccola sala Musica, dove ognuno impara a suonare (e quindi “stare”) con gli altri, rispettandone i tempi di apprendimento e, se vogliamo, anche i limiti, apprezzando nello stesso tempo chi è già più avanti o magari semplicemente più ricco di talento.

Ecco allora che, dall’apprendimento puramente teorico degli elementi basilari e del linguaggio elementare della notazione musicale, dall’apprendimento tecnico studiando uno strumento, e quindi dalla fase puramente intellettuale della materia, si passa all’aspetto pratico con la condivisione dei propri saperi e talenti (qualunque essi siano e a qualsiasi livello), suonando insieme agli altri e mettendosi in gioco, non con l’uso di autotune o playback ma senza rete, per imparare a essere se’ stessi, imparare a migliorarsi e imparare a stare con gli altri in modo costruttivo e sereno.

A questo punto, lo studio di elementi di Storia della Musica e l’approfondimento dei vari stili musicali declinati nei vari periodi storici, diventa conseguente alla curiosità generata nei giovani dall’aver suonato o cantato insieme questo e quel brano.>>

Maria Paola Turchetta

Ringraziamo il giornalista Marco Di Marzio che ci ha girato la lettera

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