Rubrica settimanale di Politica Nazionale a cura di Micaela Taroni

Tra le priorità del nuovo governo targato Meloni spicca la sovranità linguistica.

Che in parole povere significa porre un bastione allo smodato uso di espressioni inglesi nel quotidiano e non. Infastidito dal debordante uso di anglicismi usati spesso a sproposito, il Fratello d’Italia Fabio Rampelli, vicepresidente della camera, invita i deputati a rinunciare a parole straniere quando esiste il corrispettivo italiano.

E su twitter lancia la campagna “Alla camera si parla italiano”, sollecitando i colleghi a bandire il termine dispenser per utilizzare l’italico igienizzante per le mani.

Non l’avesse mai fatto: su Rampelli si è riversata una sequela di improperi di internauti che sputano sull’autarchia linguistica. I più colti spiegano che dispenser non è inglese ma deriva dal latino dispensare, mentre altri ricordano all’onorevole che il suo partito si propone di introdurre la flat tax (tassa piatta), sostiene le politiche green (verdi) e le produzioni locali mediante il neonato ministero del “made in Italy”.

Qualcuno rammenta anche che il presidente Meloni nel suo discorso di insediamento si è definita “underdog”, termine mutuato dal lessico sportivo britannico per indicare un atleta che parte sfavorito ma sbaraglia i concorrenti a dispetto delle previsioni.

A chi aborre lo sciovinismo linguistico e lo considera manifestazione del provincialismo della nuova destra va detto che anche Mario Draghi, globalmente noto per il suo slogan “whatever it takes” (costi quel che costi), si era tempo fa interrotto leggendo un discorso infarcito di termini come smart working, lockdown e babysitting, chiedendosi come mai dobbiamo usare tutte queste parole inglesi.

Una riflessione molto apprezzata dall’Accademia della crusca, l’istituzione di riferimento per la lingua italiana che dal 1583 si batte per la sua difesa, tentando di arginare – senza troppo successo per la verità – l’uso dei forestierismi.

Sicuramente il presidente della Crusca riserverà a Rampelli una standing ovation, pardon ovazione, per la sua proposta di eliminare espressioni straniere facilmente traducibili in italiano.

L’inglese è un idioma semplice, immediato, a volte molto diretto. Per questo si è fatto largo come lingua franca utilizzata in tutto il mondo.

Bandire anglicismi dal nostro vocabolario è ormai impossibile. Usarli con parsimonia è però, a prescindere dal colore del governo, altamente raccomandabile.

Micaela Taroni

Micaela Taroni (Stampa Estera)

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