Rubrica settimanale di Politica nazionale a cura di Micaela Taroni

Eh sì, eccolo qui il contante, quell’oscuro oggetto del desiderio…

Mentre una certa parte politica ce lo presenta come sterco del diavolo e causa di incancreniti problemi nazionali tipo evasione e sommerso, si scopre che i bigliettoni, meglio se di grosso taglio, sono altamente ambiti proprio tra alcuni esponenti di quella sinistra che ha fatto della lotta al contante la sua bandiera.

Altro che cashless: pare che le mazzette dal Katar e Marocco fluissero direttamente nelle tasche di alcuni politici nostrani in banconote incelofanate, praticissime per essere nascoste in intercapedini e armadi. Perchè si sa, in tempi incerti il denaro sotto il materasso infonde un impareggiabile senso di sicurezza, altro che bitcoin e criptovalute.

Sul fatto che la sinistra in quanto a contante predichi bene e razzoli male si era già ironizzato qualche tempo fa quando nella famosa cuccia del cane della senatrice dem Monica Cirinnà a Capalbio vennero rinvenuti 24.000 euro in banconote da 500 euro, la cui misteriosa provenienza è costata alla parlamentare un’indagine, peraltro archiviata, per autoriciclaggio.

Negli ultimi vent’anni i diversi governi italiani hanno modificato per nove volte le regole sul tetto al contante.

Con il neonato governo Meloni, la Lega ha proposto di alzarne il limite a 10.000 euro.

Alla fine sotto la pressione di Bruxelles il centro-destra si è dovuto accontentare di elevare la soglia da a 2.000 a 5.000 euro.

Tanto basta per scatenare infinite diatribe, perchè come sempre in Italia, paese di guelfi e ghibellini, di don Camillo e Peppone, anche sul contante si creano schieramenti ideologici e opposte fazioni. Da un lato i fautori del libero contante in libero stato, allergici ai pos e felici di prelevare al bancomat.

E dall’altro i cultori del portafoglio virtuale che inneggiano a società ultramoderne e veloci, dove perfino l’elemosina si fa con il Pos, altro che bollare chi paga il caffè con la carta “un rompiballe” come fa quel retrogrado di Salvini.

Il tema contante in Italia ormai è diventato divisivo come lo erano tempo fa i vaccini.

Meglio evitare l’argomento per non rischiare la rottura di consolidate amicizie e interminabili discussioni con i parenti.

Ognuno si tenga la propria opinione e paghi come crede.

Magari immaginando un’utopica società post-capitalista in cui il denaro non governerà più il mondo, in cui il cittadino non sarà più un mero lavoratore, consumatore e contribuente, in cui scambi non più mediati dal dio quattrino e la condivisione gratuita dei beni saranno il vivere quotidiano di un’umanità più armoniosa e felice.

Fantasie? Forse, ma in fondo è quasi Natale e sognare, almeno per ora, è gratis.

Micaela Taroni

Micaela Taroni (Stampa Estera)

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