Rubrica settimanale di Politica Nazionale a cura di Micaela Taroni

La vita, si sa, è fatta a scale e anche in politica, qualcuno scende e qualcuno sale. Tra i grandi perdenti delle ultime elezioni figura di diritto Luigi Di Maio, che dopo essere stato ministro al servizio di ben tre governi si è rovinosamente ritrovato senza seggio in parlamento, meritandosi il tapiro d’oro per la peggior figuraccia elettorale.

L’ex capo politico dei grillini sembra però avere nove vite come i gatti e sogna la riscossa. Invece di reinventarsi una nuova esistenza al di fuori delle istituzioni, l’ex enfant prodige pentastellato si rimette in gioco rilanciandosi in chiave europea.

E dalla Farnesina a Bruxelles il salto può essere breve se la spintarella è quella giusta.

Le malelingue dicono che ci abbia messo una buona parola niente di meno che Mario Draghi per procacciare a Di Maio una poltrona di prestigio, quella di inviato Ue per il Golfo Persico.

Secondo la commissione indipendente che ha ricevuto mandato per valutare i curricula per l’incarico, l’ex grillino è nientedimeno che il miglior candidato della quaterna giunta sui tavoli di Bruxelles.

La raccomandazione della commissione, arrivata dopo una serie di colloqui volti a stabilire le qualità dei singoli candidati, non costituisce comunque la nomina ufficiale, che spetta all’Alto rappresentante per la politica estera dell’Ue, Josep Borrell.

Se Di Maio riuscirà a sfruttare la sua esperienza da ministro degli esteri per andare a trattare per l’Europa il prezzo del gas, per giunta in un periodo così complesso, è tutto da vedere.

Il candidato favorito sarà per ora lui, ma le probabilità che il cerchio si chiuda sono tutt’altro che scontate.

L’attuale ministro degli esteri Antonio Tajani già rimarca che Giggetto non è stato proposto per il prestigioso incarico dall’attuale governo ma da quello di Draghi, mentre la Lega si mette di traverso chiedendo all’Ue di fare chiarezza sulla candidatura.

Quel che è certo è che la disoccupazione non piace a nessuno, soprattutto ai tanti esclusi dal parlamento dopo il drastico taglio dei seggi.

E così ci si ricicla come si può. L’ex parlamentare piddino Emanuele Fiano si candiderà alle prossime elezioni in Lombardia.

Lo stesso farà Luciano Nobili, uno dei pochi di Italia Viva a rimanere senza poltrona, che correrà nel Lazio insieme all’ex ministro Teresa Bellanova.

Tra i disoccupati della politica si conta anche la paladina dei diritti civili Monica Cirinnà, che dopo aver lasciato molto a malincuore il senato, annuncia di voler rifondare il Pd perché il governo Meloni “durerà poco e va contrastato”.

Sarà, intanto nell’incertezza degli scenari futuri sembra più realista il progetto di vita di Sergio Battelli, fedelissimo di Di Maio, che sciaguratamente lo ha seguito nella sua fallimentare avventura con Impegno Civico, rimediando una sonora bocciatura alle elezioni.

Dopo dieci anni in parlamento, adesso Battelli ha un sogno: aprire un chiringuito a Barcellona. Si chiamerà “Montecitorio beach”.

Micaela Taroni

Micaela Taroni (Stampa Estera)

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