Sabato 22 luglio 2023 dalle ore 21 il Coccoloco Beach di Fregene farà da scenario alla performance Terra Mater di Vito Bongiorno

L’artista siciliano Vito Bongiorno firma il suo carbone in riva al mare di Fregene, attraverso il corpo di una donna, simbolo della purezza dell’essere femminile, contrapposta al degrado ecologico e culturale del nostro tempo.

Una donna dipinta di blu che tiene in mano cullandolo un globo terrestre le cui terre emerse sono realizzate con il carbone, a sottendere l’inquinamento ecologico e sociale caratterizzante la nostra
epoca.

L’intimità caratterizza questa performance che si offre come dono morale e di speranza.

“Presso i celti era usanza, nella notte tra l’ultimo e il primo dell’anno, di farsi dono di un pezzo di carbone.

Quest’ultimo sarebbe legato all’energia in combustione racchiusa nel nucleo della terra pronta a dar vita a stagioni di semina e prosperità”, spiega Bongiorno.

Al termine della performance, l’artista distribuirà frammenti di carbone macchiati di blu a tutti i partecipanti come simbolo di rinascita dell’essere umano.

Vito Bongiorno (Alcamo, 1963), biografia.

Siciliano di nascita e romano d’adozione, è tra i protagonisti sulla scena artistica contemporanea italiana, noto per le sue opere in carbone.

Bongiorno è l’autore di una pittura di carbone e cenere carica di rimandi ambivalenti. La negazione del colore è il buio – sintomo dell’abisso nel quale gli individui sono sprofondati, travolti da una crisi valoriale, culturale e di conseguenza ambientale che annerisce il pianeta – ma al tempo stesso è luce, il carbone contiene una scintilla di vita, un’energia indispensabile per innescare un processo di rinascita.

I paesaggi dell’artista prendono vita dalle sottostanti ceneri, risorgono come l’araba fenice dai residui di un passato che li ha resi aridi di idee e sterili di sentimenti.

Sono immagini transitorie, opere in divenire che fotografano una rinascita. L’Europa liquefatta, un’Italia
frammentata, singole regioni smembrate, riflettono una verità indigesta che l’artista urla a gran voce ad una società bendata da un individualismo sterile.

Paesaggi brulli, privi di vegetazione, anneriti dallo smog, impregnati di petrolio; paesaggi quasi spettrali, desolati, abbandonati da individui troppo dediti all’egoismo.

Negatagli la luce, il blu oltremare che colora il corpo di donna portatrice di fertilità e quindi di nascita, o meglio di rinascita, irradia le sterili mappe di carbone per restituirgli la vita».

Riceviamo e pubblichiamo

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