Il grande poeta di Omegna aveva colto nel 1960 con una semplice filastrocca per bambini, l’inutilità delle frontiere tra nazioni

Gianni Rodari

Era il 1960 e Gianni Rodari, già stimato giornalista e sceneggiatore, inizia il suo percorso nel mondo dell’infanzia scrivendo il famoso programma TV “Giocagiò”. Proprio questo periodo coincide con la sua vena poetica verso i più giovani, fatta di filastrocche semplici, sempre però con un messaggio sociale.

Ed ecco allora questa breve poesia… “La Luna di Kiev” che proprio in questo momento pensiamo sia importante riproporre.

La luna di Kiev (Gianni Rodari)

Chissà se la luna
di Kiev
è bella
come la luna di Roma,
chissà se è la stessa
o soltanto sua sorella…

“Ma son sempre quella!
– la luna protesta –
non sono mica
un berretto da notte
sulla tua testa!

Viaggiando quassù
faccio lume a tutti quanti,
dall’India al Perù,
dal Tevere al Mar Morto,
e i miei raggi viaggiano
senza passaporto”.

In giornate delicate per l’equilibrio mondiale, leggere la filastrocca di Rodari ci ricorda che siamo tutti sotto lo stesso cielo, l’umanità intera è unita al di là della violenza, dei valori culturali e politici.

La luna è sempre la stessa, da qualunque punto di vista la si guardi, e brilla sulle tragedie dell’umanità come un simbolo incondizionato di pace.

C. O.

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