Sono ben 17 i dipendenti di Civitavecchia che rischiano il posto di lavoro. Cigl e Usb difendono fino alla stregua gli esuberi.

Sono anni, ormai, che la situazione è in bilico e i tanti scioperi effettuati da parte dei dipendenti in tutto questo lasso di tempo ne sono l’emblema più palese.
Al momento, però, l’ultima nota rilasciata da parte dei sindacati ha messo in chiaro quanto la situazione sia più problematica che mai per i dipendenti. Ben 17 di loro rischiano il posto di lavoro, giacché l’azienda ha segnalato alla Cigil e all’Usb la necessità di ricorrere a un licenziamento collettivo per far fronte agli esuberi.
La situazione è più drammatica che mai, anche perché a rimetterci ci saranno ben 17 famiglie civitavecchiesi che possono rischiare di perdere un’entrata determinante per poter sostenere le spese in casa.

Questo è il risultato di alcune politiche innovative che, se non ben attuate, potrebbero far ricadere gli effetti del cambiamento proprio sulle spalle dei lavoratori.
I sindacati hanno affermato che si opporranno a qualsiasi tipo di provvedimento espulsivo e lavoreranno per poter far sì che in questa fase di enorme cambiamento non avvenga neppure un licenziamento.
Inoltre, hanno aggiunto che oltre a questi licenziamenti ve ne potrebbero essere anche altri più copiosi in un futuro sempre più vicino, giacché non è stata ancora fissata la data per poter prolungare il contratto con l’azienda sul territorio di almeno un altro anno.

Lavoratori vittime del cambiamento, Cigl e Usb si oppongono
La prova muscolare che l’azienda sta facendo contro i lavoratori civitavecchiesi va avanti da anni. Nel 2018 si gridava già alla rottura del suo patto decennale con il territorio e con i suoi cittadini.
Tale preoccupazione era molto sentita da parte della Compagnia portuale di Civitavecchia ma, soprattutto, da Gino Capponi, ossia il presidente della Minosse.
Quest’ultima impresa, di imbarco e sbarco merci che opera all’interno di Torre Valdaliga Nord, gestisce l’arrivo del carbone in esclusiva per Enel.

Minosse, però, ora è in forte crisi, visto che la committenza le ha presentato una comunicazione riguardante la procedura di licenziamento collettivo per poter far fronte a ben 17 lavoratori in esubero.
Inoltre, la scadenza del contratto fra Enel è Minosse è fissata al 31 dicembre del 2024 e sarebbe dovuto esserci anche il prolungamento di esso per un anno. Questo, però, non è ancora stato sottoscritto e sta provocando preoccupazioni in tutto l’ambiente, compresi lavoratori e sindacati.
Ciò che più impensierisce questi ultimi è la nota richiesta che Enel ha avanzato al MASE (a giugno) per poter mettere fuori servizio anticipatamente la centrale termoelettrica di TVN.
Cigl e Usb si augurano che la dismissione avvenga in maniera graduale e che la transizione ecologica non ricada soprattutto sulle spalle dei lavoratori, quindi dei tanti altri civitavecchiesi coinvolti.
M. L.
