Domani il Consiglio Comunale dove è prevista la “retromarcia” sul tema Nuova Provincia. I Sindaci di Fiumicino, Ladispoli, Allumiere, Santa Marinella e Tolfa: “Progetto non contro qualcuno, ma a favore di qualcosa”

Molto atteso il Consiglio Comunale convocato per domani al Comune di Civitavecchia. Tra le altre discussioni sembra tenere banco quella per la revoca della decisione, votata dal consiglio uscente, di partecipare alla nascita della Nuova Provincia Porta d’Italia.

Serve mettere insieme i Comuni per superare i 200mila residenti, ma l’assenza di Civitavecchia farebbe perdere il senso al progetto, nato proprio per unire un territorio che si riconosce in tutto, fortemente votato al turismo grazie all’Aeroporto internazionale di Fiumicino e al Porto di Civitavecchia, tra i più importanti del Mediterraneo.

Due siti commerciali, di produzione economica e occupazionale, ai quali Roma Capitale, ovviamente, non vuole rinunciare.

A questo proposito i Sindaci dei Comuni che, insieme a Civitavecchia, hanno già dato il convinto consenso hanno scritto una lettera aperta (che riportiamo fedelmente di seguito) per far ricredere il nuovo Consiglio Comunale sulla decisione di una “retromarcia” che potrebbe aprire scenari negativi per il Comune portuale.

Se è vero che l’unione fa la forza, Civitavecchia potrebbe decidere di restare da sola a produrre servitù a Roma Capitale, negandosi l’opportunità di un’indipendenza epocale.

Un esempio su tutti: basti ricordare quando qualche anno fa i Sindaci uniti, con tanto di fascia tricolore, manifestarono per evitare l’arrivo di camion carichi di rifiuti da Roma.

Questa la lettera inviata a Marco Piendibene, Sindaco di Civitavecchia:

Carissimo Collega.

i Comuni di Fiumicino, di Ladispoli, di Santa Marinella, di Civitavecchia, di Tolfa e di Cerveteri hanno deliberato l’istituzione della nuova Provincia “Porta d’Italia”, abbracciando l’idea innovativa di creare una provincia a protagonismo diffuso con poli territoriali omogenei, anziché un ente centrale dominante, distante, indifferente perché già ingolfato di suo, talvolta con obiettivi diversi se non contrastanti con il contesto esterno alla metropoli.

Tale decisione è stata presa non contro qualcuno, ma per qualcosa, ossia per valorizzare il nostro territorio che ha una molteplicità di tratti comuni (ad iniziare dal mare) che verrebbero esaltati dalla creazione di un organismo costruito su misura per la soddisfazione diretta delle esigenze del territorio evitando infruttuose e costanti attività di mediazione con la vastissima e disomogenea area metropolitana che peraltro, verrebbe defalcata da incombenze verso le quali non ha alcun interesse, tanto è protesa e sommersa dalle pressanti esigenze della Capitale, e che oggi nella maggior parte dei casi assolve con difficoltà, tardività e scarsa presenza.

La nuova centralità e la presenza in loco di tutte le strutture e dei soggetti apicali preposti all’espletamento dei servizi eviterebbe il penoso e sacrifichevole “pendolarismo” dei cittadini, dei funzionari e degli amministratori verso Roma per il disbrigo anche delle più banali pratiche burocratiche ovvero, spesso, per pietire ciò che sarebbe legittimamente ed immediatamente dovuto. A ciò si aggiunga che il percorso legittimamente intrapreso verso un’autonomia amministrativa attenta, puntuale all’uopo perfettamente vocata al raggiungimento degli obiettivi del nostro territorio nell’interesse anche di Roma capitale che avrà tutto da guadagnare da aree contermini più emancipate ed efficienti.

La nuova area vasta tra le più omogenee d’Italia si collocherà nel quadro di uno sviluppo sostenibile dei territori attraverso il ricorso ad una piena sussidiarietà in un contesto di centralità diffusa volto alla conservazione delle identità municipali evitando forme di marginalizzazione tipiche delle aree metropolitane in cui il protagonismo ed il gigantismo del comune principale riduce le aree circostanti a mera periferia di servizio volta prevalentemente a soddisfare i macro bisogni del capoluogo metropolitano su cui peraltro, si concentra quasi esclusivamente ogni primaria attenzione politica.

Affascina l’idea di una pari dignità tra i comuni, di una prossimità al centro decisionale, di una classe dirigente politica del territorio che si possa occupare direttamente del territorio, di una burocrazia semplice, efficiente, capace di provvedimenti mirati e molto più agevole, attenta e diretta ai bisogni della cittadinanza.

Una moderna visione di aggregazione non in rotta quindi, con quella capitolina, ma autonoma, complementare e persino sinergica a quest’ultima in termini di sviluppo complessivo,

La nuova area vasta potrà occuparsi direttamente del proprio patrimonio ambientale e culturale, dello sviluppo dei propri settori produttivi, delle scuole, dei trasporti, delle strade e del rilancio delle politiche del mare.

Mai più effetti pattumiera, ossia quegli effetti ricadenti sui territori limitrofi alle macro aree urbane che divengono luoghi ad esclusivo servizio della realtà centrale, la quale lascia al territorio circostante soltanto le incombenze di dover gestire criticità ambientali e sociali, impianti insalubri, discariche, congestionamenti, bonifiche, perdita di identità, valore delle comunità e dei territori locali.

La nuova provincia incrementerà il suo potere contrattuale al cospetto di Stato e Regione, sarà più visibile e presente sul territorio, offrirà una nuova centralità e specificità logistica dei servizi ed al contempo, darà corso alle proprie peculiarità creando i presupposti in loco per la realizzazione del nuovo plesso ospedaliero universitario, di una centrale unica di committenza, del riassetto viario, della metropolitana leggera del mare, di una gestione più diretta della sicurezza con l’insediamento della nuova Prefettura, per non parlare di una gestione sempre più armonica e mirata delle politiche sull’idrico, sui rifiuti e della tutela e valorizzazione dei suoli.

Un sogno di sviluppo saldamente ancorato a terra e sostenuto dalle imponenti infrastrutture portuali ed aeroportuali che oltre a consentire un accesso regolare a milioni di passeggeri provenienti da tutto il mondo, costituendo di fatto la più importante Porta d’Italia, se armonizzate al territorio con politiche attuative di area vasta, pronte e coerenti, ben potranno costituire una ricchezza straordinaria per la nuova provincia, occasione di smisurata crescita del turismo del mare, culturale ed identitario, solidità economica per l’ente, ma anche sviluppo per un contesto globale regionale che non potrà che giovarsi di una nuova realtà provinciale ben infrastrutturata, efficiente e qualitativa.

Un grande progetto istituzionale che sin dalla sua genesi ha visto coinvolti tutti i sindaci del territorio che hanno condiviso ogni indirizzo generale, ogni attività istruttoria ed ogni azione puntuale all’insegna di una sana e leale collaborazione.

Anche nel corso delle recenti vicende elettorali si inteso attendere l’elezione dei nuovi sindaci prima di presentare la proposta di legge per la costituzione della nuova provincia “Porta d’Italia” perché ci fosse sempre la più ampia condivisione del percorso intrapreso in cui le decisioni dei singoli riverberano significativamente sul contesto locale più ampio.

Ti proponiamo, pertanto, nel quadro comportamentale adottato sino ad ora, largamente condiviso, e prima che si assumano decisioni che possano incidere significativamente sull’argomento, nel massimo rispetto dell’autonomia che la legge assegna agli enti locali, di incontrarci per discutere insieme della vicenda, nell’ottica generale delle buone relazioni tra i nostri Comuni, al solo fine di tutelare e valorizzare le nostre realtà locali, specialmente con riguardo alle principali scelte attinenti all’intero territorio di Area vasta.

Ti giungano cordialità.

15.VII.2024

I Colleghi Sindaci

Mario Baccini, Pietro Tidei, Alessandro Grando, Stefania Bentivoglio, Luigi Landi

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