Cos’è lo spettacolo? Probabilmente un insieme di qualità artistiche capaci di emozionare.
Cos’è la cultura? Anche la capacita di guardare oltre l’apparenza dell’arte scoprendo tanti altri segnali utili al miglioramento intellettuale.
Leggo sul web: “Cultura: un’eredità storica che nel suo insieme definisce i rapporti all’interno di quel gruppo sociale e quelli con il mondo esterno.”.
Ecco, tutto questo ieri sera al Sala Buonarroti di Civitavecchia c’era, ed era palpabile.
Un personaggio da raccontare e, per molti, scoprire; Giorgio Gaber. Morto probabilmente troppo presto, mai banale, tanti i motivi validi per approfondire la sua conoscenza.
Luciano Ceri, giornalista musicale di provata capacità ed esperienza, in veste di memoria storica del percorso politico-culturale del messaggio gaberiano.
I Manifesto (con musicisti cittadini aggiunti, Alberto Burattini, Francesco Di Iorio, Matteo Agozzino e Riccardo Pasquarella), gruppo pop-rock della scena artistica locale, conosciuto e stimato anche a livello nazionale, grazie soprattutto alla capacità interpretativa del front-man Alessandro Orfini, capace di esaltarsi in uno spettacolo di “teatro-canzone” che, emozionato lui per primo, ha saputo emozionare il pubblico, e del chitarrista Valerio “Paco” Imperiale.
Alla fine gli oltre trecento spettatori, sold-out e posti in piedi, hanno apprezzato uno spettacolo di altissimo livello, applaudendo anche il lungo bis (Gaber era capace di stare anche un’ora in più sul palco se il pubblico lo chiedeva).
Una serata bella, dove i giovani musicisti sul palco hanno regalato belle impressioni in una città dove spesso si parla in senso negativo delle nuove generazioni.
Un plauso alla capacità organizzativa di “Forte Festival” ormai una realtà locale apprezzata da tutto il movimento artistico e culturale cittadino.
G. I.
Giorgio Gaber