Detenuto colpisce agente in servizio in pieno volto, il SAPPE: “Non siamo carne da macello!”

Un detenuto psichiatrico ha colpito in pieno volto un agente di servizio

Roma, 29 mag. (Labitalia) – Un detenuto colpisce in pieno volto, con un pugno e senza alcun motivo, un poliziotto penitenziario: questo l’episodio violento avvenuto sabato mattina nella Casa circondariale Nuovo complesso di Civitavecchia, denunciato dal segretario nazionale per il Lazio del Sindacato autonomo Polizia penitenziaria (Sappe), Maurizio Somma.

Un detenuto italiano, con gravi problemi psichiatrici, dopo essere uscito dalla sala per il colloquio con il familiare, ha tirato un cazzotto in bocca a uno degli Agenti di servizio, senza nessun motivo, causandogli un taglio al labbro.

Questo detenuto è in infermeria ed è un soggetto molto pericoloso – spiega – Sono stati momenti di grande tensione, gestiti con sangue freddo e professionalità dai poliziotti penitenziari, sintomatici della reale situazione penitenziaria.

Basta! Non siamo carne da macello e non si può più tollerare tutta questa impunità di cui godono i detenuti violenti!”.

Donato Capece, segretario generale del Sappe, esprime solidarietà all’agente ferito e sottolinea che, a seguito della chiusura degli Ospedali psichiatrici giudiziari, moltissime persone con problemi psichiatrici sono ristrette nelle carceri del Paese e spesso proprio loro si rendono protagonisti di gravi eventi critici come quelli accaduti a Civitavecchia.

”Da quando sono stati chiusi gli Opg le carceri si sono riempite di detenuti affetti da gravi problemi psichiatrici.

Ormai in ogni carcere decine e decine di detenuti con gravi problemi psichiatrici vengono ospitati normalmente nelle sezioni detentive, e spesso sono ubicati nelle celle con altri detenuti che non hanno le stesse difficoltà.

Di conseguenza, i poliziotti penitenziari, oltre a essere costretti a gestire la sicurezza in grave carenza di organico, come avviene nel Lazio, devono affrontare da soli questi squilibrati senza alcuna preparazione e senza alcun aiuto.

Non è corretto soltanto ammettere l’esistenza della questione dei detenuti con problemi psichiatrici e poi far solo finta di aver risolto un problema che invece sta esplodendo sempre di più nella sua drammaticità”.

Il Sappe evidenzia infine come questi detenuti sono responsabili di ”vero e proprio vandalismo all’interno delle celle, dove vengono disintegrati arredi e sanitari, ponendoli nella condizione pure di armarsi con quanto gli capita per le mani e sfidare i poliziotti di vigilanza.

Oramai questi detenuti sono diventati una vera e propria piaga in diversi penitenziari e per la loro gestione sarebbero necessari trattamenti specifici all’interno di comunità terapeutiche.

Il carcere non può custodire detenuti di questo tipo – conclude Capece – a meno che non vi sia un notevole incremento di organico della Polizia penitenziaria e di specialisti di patologie psichiatriche”.

Riceviamo e pubblichiamo

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