Conoscere i numeri della catastrofe occupazionale che affronterà Civitavecchia è preoccupante. Per il comune sono 800 i lavoratori che rischiano il posto.

Molti cittadini ne erano già a conoscenza, ma leggere con i propri occhi i numeri dei dipendenti che potrebbero perdere il lavoro entro fine 2025 fa venire i brividi. Sono 800 i lavoratori che secondo una stima del comune rischiano il loro impiego.

Ben 800 famiglie si ritroveranno senza un’entrata fondamentale per le proprie economie domestiche. Certamente, l’attuale amministrazione andrà ad affrontare una sfida alquanto ardua, proprio come dovranno fare anche altre in gran parte dell’Italia.

Civitavecchia, probabili 800 licenziamenti
Civitavecchia, 800 licenziamenti in vista (Commons.wikimedia.org) – Talkcity.it

Molti italiani sanno bene quanto la transizione ecologica sia fondamentale per poter limitare i danni che i cambiamenti climatici stanno causando in diverse zone del mondo.

Sono stati in molti a chiederla e, ora, è più prossima che mai. Di certo, però, farsi trovare pronti è una sfida alla quale le istituzioni debbono esser pronte a rispondere.

In caso contrario, a rimetterci saranno i cittadini, in special modo quelli che lavorano negli impianti inquinanti dannosi per l’ambiente e per la salute delle persone.

Solo a Civitavecchia, saranno ben 800 i lavoratori che rischiano il proprio posto di lavoro per via della chiusura del 31 dicembre 2025 della centrale gestita dall’ENEL.

A Torre Valdaliga Nord verranno spenti gli impianti e con essi anche la speranza di un futuro stabile per loro stessi e per le loro famiglie.

Tramite un comunicato condiviso da parte del comune della città portuale in provincia di Roma, l’amministrazione si è detta pronta a trovare degli investitori (di cui qualcuno già interessato) per poter salvaguardare l’impiego di almeno una parte delle maestranze a rischio.

Di certo, non sarà semplice e una delle alternative potrebbe essere anche un paracadute economico per le famiglie in difficoltà sotto forma di sussidio sociale.

Civitavecchia, le alternative per salvaguardare gli 800 posti di lavoro

Il recente comunicato condiviso da parte del Comune di Civitavecchia ha allarmato e non poco i tanti dipendenti che operano all’interno della centrale. L’ENEL ha portato alla città tanto lavoro in questi ultimi 40 anni, oltre al tanto inquinamento, ma ora è pronta ad andarsene senza lasciare un’impronta di sé.

Civitavecchia, 800 licenziamenti per il post-carbone
Civitavecchia, 800 licenziamenti per chiusura ENEL (Commons.wikimedia.org) – Talkcity.it

In realtà, l’Ente, che ricordiamo ha lo Stato italiano come principale azionista, verrà però ricordato a lungo per il disastro occupazionale che lascerà alle sue spalle. Alternative per poter salvaguardare gli 800 dipendenti a rischio ci sono e d’ora in poi ci sarà una corsa contro il tempo per poterle attuare.

Una fra tutte, è quella dell’eolico off-shore, formato da parte di un impianto installato a 20 chilometri dalla costa civitavecchiese. In tal caso, però, resterà da bonificare l’area in cui al momento c’è la centrale e trovare degli investitori pronti a renderla fruttuosa in termini occupazionali.

Il 3 ottobre abbiamo parlato di come anche la Black Rock si sia interessata al sito. Si tratta di una multinazionale statunitense attiva nel mondo degli investimenti. Per Civitavecchia avrebbe intenzione di trasformare Torre Valdaliga Nord in un datacenter per l’intelligenza artificiale. Tale servizio, poi, potrebbe esser affittato da parte di gigantesche case informatiche, tipo Microsoft, Google e tante altre ancora.

Altre alternative, meno discusse, potrebbero essere quelle di investimenti in economia circolare, della riconversione in siti industriali, dello sviluppo dell’energia a idrogeno e tante altre ancora. Ovviamente, specie nella fase iniziale, potrebbero esser sostenute da un programma di sussidi temporanei per i lavoratori che perderanno il loro attuale posto.

Michelangelo Loriga

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