L’archeologa Elena Felluca presenta con Unipop le nuove tracce dell’antica civiltà

Bracciano – La storia ci appartiene; il passato è parte di noi. Senza di esso, non potremmo conoscere l’essenza della nostra stessa natura. Tornare indietro di secoli, alla scoperta di luoghi e fondamenti delle civiltà a noi lontane, fa comprendere quanto esse in realtà siano più vicine di quanto crediamo.

All’Università Popolare Lago di Bracciano (Unipop) si è mescolato il passato al presente con la conferenza: “Gli Etruschi sul Lago di Bracciano” incentrata sulle recenti scoperte di reperti e manufatti appartenenti alle popolazioni Etrusche tra il V e VI secolo a.C. che stanziavano sul territorio.

Le immagini sui ritrovamenti tra le quali spiccano maggiormente grotte, cunicoli e opere idrauliche; sono state guidate dall’archeologa Elena Felluca, capo delle esplorazioni e degli studi tutt’oggi in corso d’opera.

“In vari punti del territorio comunale di Bracciano abbiamo individuato tanti cunicoli a sezione ogivale scavati nella roccia tufacea interpretabili come opere di drenaggio di epoca etrusca: si tratta di sistemi utilizzati per convogliare le acque per mezzo di canali irrigatori o anche per bonificare i terreni “– afferma Felluca –  

“Troviamo anche opere di regimazione e imbrigliamento delle acque, come un cunicolo a sezione ogivale scavato nella roccia diviso in due da un grosso ambiente circolare oggi a cielo aperto le cui pareti interne risultano fortemente erose, si tratta della confluenza tra Fosso di Fonte dei Santi e Fosso di Cupinaio mediante un’opera artificiale: ad oggi il condotto è piuttosto ampio e le pareti interne mostrano una forte erosione dovuta soprattutto al passaggio dell’acqua.”

“Le ricerche delle antiche opere di drenaggio e deflusso delle acque, hanno prodotto dei risultati di notevole interesse storico in località Panzanata, frazione di Castel Giuliano.

È stato esplorato un sistema di cunicoli, disposto a “T”, scavato nel tufo, per un’estensione totale di circa 80 m: ancora oggi in funzione, probabilmente venne realizzato per unire due corsi d’acqua e convogliarli nel Fosso della Caldara.

La sezione ogivale dei cunicoli è ben conservata in alcuni tratti, soprattutto la volta. Mentre in altri, a partire dalla confluenza dei due cunicoli, caratterizzata dalla presenza di un pozzo rettangolare, le pareti appaiono fortemente erose dalla potenza del flusso che, essendo a regime variabile, deve aver vissuto dei periodi di abbondanza e di piene violente rendendo il corso sotterraneo vorticoso.

Un secondo pozzo è in gran parte franato, dando origine ad una sorta di buca circolare: in quel tratto è conservata solo la parete sinistra del cunicolo.”

Le strutture antiche rinvenute dalle esplorazioni, rappresentano senz’altro un valore inestimabile all’interno del Patrimonio Storico e Culturale Italiano. L’augurio è che possano restare tali per altrettanti millenni, tra la vegetazione fitta, quasi a volersi nascondere dalla vista dell’umano

Erica Trucchia

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