La pianista Cinzia Merlin: “Suonare in duo? Uno scambio continuo rigenerante”

Cinzia Merlin, il pianoforte è studio e dedizione. Lei ha cominciato a 9 anni. Cosa le ha tolto e cosa le ha dato questo strumento?

Per me la musica è essenza e viverla è una necessità. Il pianoforte e tutto quello che ha comportato non mi ha mai tolto nulla. Il mio rapporto con lo strumento è sempre stato ed è tuttora viscerale e di amore assoluto. Mi regala ogni giorno l’inestimabile libertà di poter esprimere profondamente me stessa nel mondo attraverso le strutture musicali.  Studio e dedizione fanno parte del gioco!

Come reinterpretare il pianoforte nell’era digitale?

Il supporto del digitale nella musica dal vivo può contribuire ad arricchire la sperimentazione pianistica e musicale non solo con uno sguardo al futuro ma anche avvicinando il pianoforte al pubblico dei digital natives.

Recentemente nello spettacolo Heroides Vs Metamorphosys con Manuela Kustermann, ho suonato dal vivo su pezzi per ensemble vocale registrati. Un’esperienza pazzesca che ha reso calda e viva l’apparente “freddezza” della base registrata. In ogni spettacolo l’ensemble vocale “respirava e viveva” il momento musicale con me nel qui ed ora.

Il digitale può aprire interessanti scenari e prospettive per il futuro del pianismo.

E’ protagonista di numerosi spettacoli di “contaminazione”, cosa l’ha indotta a intraprendere anche questa strada?

La contaminazione è la naturale evoluzione della mia indole creativa e ricerca artistica. Un po’ fuori dagli schemi e dai cliché, mi sono sempre incuriosita e ho ricercato forme artistiche che  potessero co-creare con la musica diverse emozioni, nuances e nuove evoluzioni.

La musica ha un potere invisibile assoluto. Contaminandosi con altre forme artistiche  ha la capacità di poter assumere una forma visibile e quasi tridimensionale.

Sicuramente continuerò a percorrere questa strada.

Ad Anguillara per l’evento “La Musica è Favola” suonerà in duo. Come si trova a suonare con un collega? Quali interazioni si creano? 

Finalmente dopo anni è arrivata quest’occasione di suonare in duo pianistico, tra l’altro con una collega che stimo moltissimo. E’ uno scambio continuo rigenerante.

Il pianoforte non regala mai nulla, ogni movimento, ogni attacco e ogni gesto sono guidati da una sinergia non solo musicale, ma anche tecnica. Si crea un flusso musicale molto ricco e una condivisione profonda che unisce il mondo e l’approccio tecnico-musicale di due pianisti.

Il confronto costruttivo, una comune visione interpretativa e un sano divertimento sono elementi necessari per costruire insieme. Il risultato musicale poi sarà strabiliante. Due pianoforti hanno una potenza sonora e musicale travolgente per chi ascolta e per chi suona.

Tchaikovsky visto da una pianista, come vede lei questo compositore?

Ricchezza, profondità e emozione. Queste sono le prime parole a cui penso quando si parla di Tchaikovsky. Da un punto di vista pianistico? Milioni di note!! Noi eseguiremo delle trascrizioni per due pianoforti tratte dal Lago dei Cigni e dallo Schiaccianoci. In questi giorni di studio non facevo altro che ripetermi: “Ma quante milioni di note dovrò suonare?”. 

Sentire per credere!

Amarilli Nizza, direttore artistico, tiene molto alla sua partecipazione. Come siete entrate in contatto ?

Conoscevo la signora Nizza per la sua fama artistica. Per anni ha solcato con successo il palco della mia amata Arena di Verona, ma non avevo mai avuto il piacere di incontrarla personalmente.

Siamo entrate in contatto grazie a Massimiliano Tisano con cui ho “in archivio” anni di stima profonda e collaborazione musicale molto proficua. Lui è direttore musicale dei miei lavori discografici e scrive musiche originali per me e per i miei spettacoli.

Dopo il nostro incontro, Amarilli mi ha proposto con entusiasmo di partecipare in duo pianistico a questa meravigliosa rassegna. E io, onorata dell’invito, ho subito accettato!

Secondo la sua esperienza come è possibile appassionare i giovani alla musica classica?

Una comunicazione più vicina ai giovani che utilizzi più proficuamente canali comunicativi come i social media credo sia una strada da percorrere.

Stiamo già vedendo evoluzioni in questa direzione. Un altro aspetto da tenere in considerazione riguarda il percorso scolastico-formativo dei nostri ragazzi.

Coltivare la musica nella scuola utilizzando canali didattici adatti alle loro esigenze con specialisti che siano in grado di accompagnare i ragazzi in un percorso di crescita con la musica e nella musica, credo sia necessario per costruire un futuro condiviso.

Tuttavia a mio avviso ritengo anche siano fondamentali cambiamenti sostanziali nel mondo della musica classica stesso, attraverso una rottura di cliché e barriere che purtroppo si sono radicate da anni in un ambiente che spesso si autodefinisce elitario, privilegiato e “per pochi”.

La musica è un potentissimo mezzo di comunicazione, una chiave per renderlo fruibile sta nel modo in cui viene vissuto e trasferito.
Riceviamo e pubblichiamo

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