“Dai luoghi fisici agli spazi emotivi: le famiglie con bambini ai tempi del Covid-19” a cura della Dott.ssa Giulia Gregorini Psicologa
È recente notizia l’inaugurazione di nuove aree ludiche a Colle Oppio e Tiburtino, zone del territorio romano. È un’iniziativa parte del progetto che, come ha specificato, l’assessora all’Ambiente, all’ Agricoltura e ai Rifiuti, Sabrina Alfonsi, prevede la riqualificazione delle aree giochi e dei parchi presenti sul territorio con la macrofinalità di “restituire spazi aperti, inclusivi e sicuri ai bambini e alle famiglie”.
Nei tempi moderni prevale spesso una prospettiva individualistica, rischiando di deformare la concezione dell’essere umano, che è strutturalmente ed imprescindibilmente un essere relazionale.
La famiglia, nelle sue molteplici configurazioni, è la prima entità fondamentale per promuovere il benessere del singolo e della collettività.
Durante l’infanzia si sviluppano le relazioni di accudimento e si pongono le basi per il processo di costruzione dell’identità, che in adolescenza e in età adulta prenderà forme gradualmente più definite.
I passi che il bambino compirà fuori dalla famiglia e il futuro adattamento sociale rifletteranno la qualità dei legami familiari, il senso di sicurezza, di fiducia in sé stessi e verso l’altro.
Prendersi cura delle famiglie è un atto di prevenzione fondamentale nel campo della salute mentale.
“Se una società vuole veramente proteggere i suoi bambini, deve cominciare ad occuparsi dei genitori (J. Bowlby)”.
Il bambino non è una monade, ma è in profonda interconnessione con gli altri membri della sua famiglia.
Egli è come una spugna, percepisce gli equilibri e le tensioni emotive che circolano intorno a sé.
Le famiglie con bambini sono particolarmente vulnerabili nei giorni odierni, colpite dallo stato pandemico su un triplice livello: sanitario, economico ed organizzativo.
A livello sanitario per i bambini piccoli non ci sono indicazioni mediche chiare, univoche e la protezione vaccinale non è ancora stata validata.
Ciò espone i genitori, oltre al timore per sé e per i propri cari, alla preoccupazione di non poter proteggere adeguatamente i propri figli, e al rischio di sperimentare stati ansiosi, che inevitabilmente vengono trasmessi ai bambini.
Dal punto di vista economico per molte famiglie è subentrata una maggiore precarietà ed incertezza che naturalmente provoca preoccupazione, alimenta stress e in alcuni casi richiede l’intervento di sussidi esterni, non sempre rigorosi e puntuali.
Organizzativamente per molti genitori è difficoltosa la gestione dei bambini, non potendo contare sulla continuità delle strutture educative e scolastiche.
Lo smart working può risultare molto faticoso e poco praticabile con la presenza dei bambini a casa.
Le famiglie sono state stravolte nei tempi, negli spazi e nei modi di stare in relazione.
La famiglia allargata, la rete amicale e sociale sono state inevitabilmente diversamente accessibili, da una distanza differente che sui bambini ha un notevole impatto.
Gli effetti emotivi e psicologici della pandemia sono fondamentali e non possono essere trascurati.
La dimensione psicologia e la realtà pratica sono strettamente interconnesse e si influenzano vicendevolmente. Il benessere psicologico della persona condiziona incisivamente il modo di affrontare le criticità e le difficoltà quotidiane.
Risulta quindi prioritario porre al centro dell’interesse pubblico la tutela dei bambini e delle famiglie.
È importante che in primis i genitori non sottovalutino i segnali di malessere emotivo personale e dei propri figli. I ritmi incessanti e accelerati che scandivano la quotidianità pre-covid sono stati rallentati dalla pandemia, fornendo nella difficoltà la possibilità di fermarsi e di ripristinare la capacità di ascoltare se stessi e l’altro, di dare spazio al riconoscimento dei bisogni emotivi ed affettivi, spesso offuscati e sublimati.
Forniremo alcuni input per agevolare la possibilità di affrontare il periodo fortemente complesso con consapevolezza e resilienza, riconoscendo nella crisi un potenziale evolutivo:
- Promuovere ruoli e confini chiari e flessibili all’interno della famiglia: i bambini non devono essere coinvolti in vicende adulte, ma rassicurati sul fatto che saranno i grandi a risolverle.
- Tutelare gli spazi: compatibilmente con le condizioni connesse alla pandemia è fondamentale promuovere spazi personali dentro e fuori casa, sia per gli adulti che per i più piccoli.
- Non sottovalutare i rischi ma neanche amplificarli: agire con responsabilità e senso civico, ponendo attenzione sia al rischio di negare difensivamente il pericolo, sia al rischio di agire un’ansia eccessiva e paralizzante.
- Attenzione a non trasformare la paura del contagio nel timore dell’altro. L’esterno non è una minaccia. La socialità è fondamentale ad ogni età.
- Garantire ai bambini spazi esterni, come le aree ludiche, di incontro e gioco con i propri coetanei.
- Spiegare ai bambini con parole semplici la realtà, utilizzando il loro linguaggio.
- Porre attenzione ai segnali di malessere dei bimbi: spesso non vengono espressi a parole ma attraverso somatizzazioni corporee, malesseri fisici che non hanno cause mediche.
- Se il malessere familiare è troppo intenso e non si riesce ad affrontare autonomamente, non aver paura di chiedere un aiuto specialistico. Un intervento precoce previene l’evoluzione e la cronicizzazione del disagio individuale e relazionale.
Dott.ssa Giulia Gregorini – Psicologa – Psicoterapeuta