“Tolfa protagonista di un importante convegno sul fenomeno crescente della violenza contro gli operatori sanitari che, per la complessità delle variabili in gioco, necessita la giusta attenzione e un’ analisi di sistema complesso”.

"Tolfa protagonista di un importante convegno sul fenomeno crescente della violenza contro gli operatori sanitari che, per la complessità delle variabili in gioco, necessita la giusta attenzione e un' analisi di sistema complesso".

Tolfa protagonista di un importante convegno sul fenomeno crescente della violenza contro gli operatori sanitari che, per la complessità delle variabili in gioco, necessita la giusta attenzione e un’analisi di sistema complesso.

A partire da dati statistici significativi ed oggettivi che vedono in Italia un aumento vertiginoso nel triennio 2019/21, i relatori, la dottoressa Cristina Patrizi, Segretario OMCEO di Roma, il dottor Marco Benedetti, Direttore Uosd Week Surgery Asl Roma 4 e componente della Direzione Nazionale Anaao Assomed, il dottor Massimo Finzi, medico e Assessore alla Memoria della Comunità Ebraica di Roma, il dottor Carlo Turci Direttore del Dipartimento Aziendale delle Professioni Sanitarie e Sociali e l’avvocato Antonella Tagliani, del Foro di Civitavecchia e Patrocinante in Cassazione, si sono succeduti nell’ argomentare, analizzando il fenomeno da punti di vista specifici di settore professionale ed esperenziale

A moderare l’incontro l’Assessora alla Cultura Tomasa Pala, che ne ha curato il coordinamento insieme al dottor Maurizio Antonio De Pascalis con il contributo della prof.ssa Giuseppina Esposito.

Il convegno ha avuto il patrocinio della Regione Lazio, dell’Ordine provinciale dei medici di Roma, della Asl Rm 4, dei Comuni di Tolfa ed Allumiere, rappresentati dai rispettivi sindaci Stefania Bentivoglio e Luigi Landi che hanno portato entrambi i saluti istituzionali. Il dottor Maurizio Antonio De Pascalis, ha introdotto il tema del convegno a partire dalla sua esperienza di medico nei più importanti ospedali romani, evidenziando i punti nevralgici del sistema sanità, ricordando alcuni significativi casi di cronaca nazionale recente e mettendo in evidenza l’importanza di puntare sulla formazione.

Dal susseguirsi degli interventi della dott.ssa Patrizia Cristini, del dott. Marco Benedetti e del dott. Carlo Turci, supportati da interessanti grafici e analisi statistiche, è emersa l’importanza di partire dal monitoraggio attento dei territori, in cui emerge che i settori di rischio maggiore sono il Pronto Soccorso e la strutture di Salute Mentale, che le percentuali di casistica maggiore sono tra gli operatori sanitari donna e che i casi di violenza fisica e verbale sono ormai una costante, quasi una normalità tanto da diventare un fattore di connotazione della professione sanitaria.

Tra le cause evidenziate da tutti i relatori i tagli al personale, la chiusura delle strutture ospedaliere e le carenze strutturali, organizzative e formative.

Il depotenziamento del personale nello specifico innesca situazioni a catena con ritardi e mancata giusta assistenza tali da creare situazioni di conflitto, disagio e violenza contro il personale infermieristico, medico e sociosanitario.

Da qui anche l’importanza di fare rete tra Enti ed affrontare il problema coinvolgendo tutti, a partire dalle scuole, dove iniziare a mettere le basi del rispetto e della conoscenza dei diritti e dei doveri.

È emerso che serve un intervento sistemico reticolare dove tutti si fanno carico di pubblico servizio, segnalando i disservizi.

Sono stati messi a fuoco le problematiche organizzative che vedono la necessità di assunzioni per ridurre i carichi di lavoro, così come di percorsi di formazione, momenti di informazione, interventi di miglioramento degli ambienti di lavoro, di prevenzione, di coinvolgimento delle forze dell’ordine e di continue azioni di monitoraggio e analisi degli eventi critici, dove viene a mancare la relazione di cura e un aggravio dei costi economici per inevitabili assenze.

Sono state già individuate soluzioni tangibili specie nei settori nevralgici del Pronto Soccorso con la riduzione delle ore, l’inserimento della vigilanza, la presenza delle Oss h 24 e la digitalizzazione del sistema.

"Tolfa protagonista di un importante convegno sul fenomeno crescente della violenza contro gli operatori sanitari che, per la complessità delle variabili in gioco, necessita la giusta attenzione e un' analisi di sistema complesso".

È stato ricordato che il 12 marzo si celebra la Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari perché le Amministrazioni pubbliche, anche in coordinamento con gli enti e gli organismi interessati, organizzino iniziative di comunicazione, per promuovere una cultura che condanni ogni forma di violenza nei confronti dei lavoratori della sanità.

Si è quindi passati ad analizzare il tema da un punto di vista giuridico con l’avvocato Antonella Tagliani che ha esposto gli interventi legislativi posti in essere dallo Stato per arginare il fenomeno.

A partire dalla previsione di uno specifico titolo di reato per le lesioni verso gli operatori sanitari inserito nell’art. 583 quater del codice penale (non previsto prima della legge 113/2020), dalla previsione che nei reati posti in essere con violenza o minaccia l’aver agito contro un operatore sanitario costituisce sempre un’ipotesi aggravante della pena (con aumento di pena fino ad un terzo) fino ad allora non sancita, dalla previsione della perseguibilità di ufficio (senza necessità di apposita querela della vittima) per tutti i reati di lesioni verso gli operatori sanitari, dalla previsione normativa entrata in vigore il 30 maggio 2023 che ha ulteriormente modificato l’art. 583 quater del codice penale prevedendo pene detentive molto pesanti per gli autori di tali reati (pene che vanno da 2 a 5 anni per le lesioni semplici, da 4 a 8 anni per le lesioni gravi e da 8 a 16 anni per le lesioni gravissime).

L’Avv. Tagliani ha osservato che potrebbe essere utile un ulteriore aggiustamento della normativa prevedendo come obbligatoria la costituzione di parte civile nel processo penale da parte dei datori dei lavori delle vittime di tali reati, al fine di alleggerire le stesse dagli oneri economici legati al processo.

Il governo ha anche creato un Osservatorio apposito, che monitora la situazione in tutta Italia e individua possibili interventi per diminuire l’incidenza del fenomeno, anche con appositi corsi di formazione del personale in modo che lo stesso sappia come affrontare situazioni di criticità.

Di fatto è emerso che se il rischio di finire in carcere per aver aggredito l’infermiere al pronto soccorso può certo dissuadere, il contrasto maggiore alla violenza è certo migliorare i livelli assistenziali della sanità pubblica, così da ridurre drasticamente momenti di disagio e conflitto che si traduce con politiche di nuove assunzioni per ridurre i carichi di lavoro e tempestive risposte all’utente.

Significativo l’intervento del dott. Massimo Finzi che, alla luce dei suoi cinquantasei anni di professione medica, ha affrontato il tema da un punto di vista diverso, mettendo in evidenza il rapporto medico, paziente e raccontando una buona prassi centrata sulla necessità dell’ ascolto del paziente, della maggiore consapevolezza e della conoscenza del sistema sanitario da parte degli utenti, magari istituendo un comitato di ascolto pazienti per monitorare in tempo reale le criticità.

A conclusione siamo soddisfatti per aver creato un momento significativo di confronto non unilaterale con il desiderio di coinvolgere e rendere partecipi tutti.

La violenza contro gli operatori sanitari è fenomeno allarmante e necessita di politiche di sensibilizzazione e prevenzione.

La violenza non ha solo un impatto negativo sul benessere psico-fisico del personale sanitario, ma influisce anche sulla loro motivazione al lavoro che può compromettere la qualità delle cure e mettere a rischio l’offerta sanitaria.

Diventa quindi importante monitorare gli episodi di violenza e gli eventi sentinella, promuovere studi e analisi per la formulazione di proposte e misure idonee a ridurre i fattori di rischio negli ambienti più esposti, monitorare l’attuazione delle misure di prevenzione e protezione a garanzia dei livelli di sicurezza sui luoghi di lavoro, promuovere la diffusione delle buone prassi in materia di sicurezza e continuare lo svolgimento di incontri di sensibilizzazione, formazione e informazione.

A conclusione di questo interessante e importante Convegno, mi preme ringraziare tutti i relatori, il presidente dell’OMCEO DI ROMA, dott. Antonio Magi, per aver concesso il patrocinio, il quale si è complimentato per la significativa iniziativa ribadendo il valore e l’ importanza del convegno per il tema e la qualità degli interventi che aprono importanti scenari di riflessione.

Ringrazio il direttore generale della ASL RM 4, la dott.ssa Madranga per aver concesso il patrocinio, il dott. Alberto Terracina, la dott.ssa Daniela De Pascalis, i responsabili di settore sanitario ospedalieri presenti, i responsabili dei Pronto Soccorso degli ospedali di Civitavecchia e Bracciano, i rappresentanti del settore infermieristico, i farmacisti, i medici di famiglia, il presidente del Comitato della Croce Rossa di Civitavecchia Roberto Petteruti e le Crocerossine in divisa, il presidente della Croce Rossa di Allumiere-Tolfa Giulia Bonamici, il presidente della Croce Rossa di di S. Severa e S. Marinella Fabio Napolitano, le Forze dell’ordine della Stazione dei Carabinieri di Tolfa e i numerosi presenti che hanno compreso l’importanza di condividere con noi il momento.

Ringrazio il pubblico attento e partecipe che, con domande ed interventi esperenziali, ha ulteriormente animato il convegno e portato un valore aggiunto.

Riceviamo e pubblichiamo

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