Ladispoli, serve una strategia per la sanità pubblica

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Sinistra Italiana: tema delle Residenze sanitarie assistite (RSA)

Sinistra Italiana: “Durante questi 3 anni ed oltre di pandemia da Covid-19, la nostra attenzione è stata fortemente concentrata sul tema delle Residenze sanitarie assistite (RSA) e su tutte le altre residenze per anziani. 

Nel rapporto dell’Istituto superiore di sanità, elaborato a seguito e all’indagine sull’epidemia da Coronavirus nelle case di riposo, abbiamo rilevato che dal primo febbraio ai primi giorni di maggio 2020, nelle RSA sono risultati 9.154 decessi avvenuti, prevalentemente in Lombardia, Piemonte e Veneto.

Un dato, ovviamente, parziale e da considerare con precauzione, che non riguarda tutte le strutture italiane e nemmeno tutti i morti per o con Covid-19, ma che induce a riflettere sulla situazione, anche attuale, delle residenze per anziani.

Un ambiente da considerare delicato in cui la mortalità è stata piuttosto elevata anche alla luce di un quadro generale che ci vede essere il Paese più anziano d’Europa.

Un “affare economico” che negli anni è cresciuto enormemente “un business” che fa perdere di vista il concetto di assistenza.

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A tale riguardo è particolramente interessante notare che le residenze per anziani in cui sono emersi reati gravi a seguito di ispezioni da parte dei NAS per oltre il 75% riguardano proprio le case famiglia e i privati convenzionati.

Abbandono di persone incapaci, maltrattamenti, omicidi colposi, esercizio abusivo della professione, troppi ospiti in una stanza, scarsa pulizia, pasti o alimenti in cattivo stato di conservazione.

La riforma delle RSA, anche alla luce di tutto ciò che abbiamo visto fino ad ora, sembra pertanto necessaria.

In merito a tale situazione, a settembre 2020, presso il  Ministero della salute, è stata istituita una commissione di esperti che avevano l’obiettivo di “formulare proposte per la riorganizzazione del modello assistenziale sanitario e sociosanitario dedicato alla popolazione anziana” attivando, a tale fine, una serie di audizioni per avere uno sguardo completo sul tema delle RSA.

Questo consentirebbe di superare la drastica frattura tra servizi domiciliari e residenziali.

Attualmente infatti le case di riposo sono viste come un luogo chiuso, che difficilmente può interagire con un’assistenza domiciliare ma, anzi, ne è l’altra faccia della stessa medaglia. 

Secondo l’associazione quindi, le RSA dovrebbero essere viste più come delle case di transizione, dei luoghi dove trovare ristoro o assistenza ma che non devono entrare in contrasto con l’assistenza anche nelle abitazioni degli anziani.

Un recente comunicato dello SPI/CGIL e della UILP mette in evidenza che anche nei comuni di Cerveteri e Ladispoli sono in atto quei cambiamenti demografici e sociali determinati dell’invecchiamento della popolazione. 

Colpisce il dato sull’incremento degli assegni di accompagno negli ultimi 5 anni: 25% in più, stante ai dati forniti dalle OOSS. Si tratta di persone non in grado di provvedere agli atti quotidiani della vita.

Oggi nella ASL Rm4 non c’è una RSA pubblica. Quelle esistenti sono tutte affidate alla sanità privata, in linea con il dato nazionale. 

Riceviamo e pubbilichiamo

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