Sanità. Magi (Omceo): “Il 2025 si chiude senza inversione di tendenza per la sanità pubblica”

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Sanità. Magi (Omceo): “Il 2025 si chiude senza inversione di tendenza per la sanità pubblica”

Il presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Roma: “La Legge di Bilancio non ha previsto gli interventi necessari per sostenere il Sistema”

Antonio Magi, presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Roma, esprime preoccupazione per il futuro del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) alla luce dei risultati ottenuti nel 2025.

Magi definisce la Legge di Bilancio 2025 come un’occasione mancata per il SSN e i professionisti che ne fanno parte.

Nonostante le ripetute richieste da parte delle organizzazioni mediche, infatti, non sono stati previsti fondi adeguati per sostenere il lavoro dei medici, contrastare la fuga all’estero e affrontare la crescente crisi dell’offerta sanitaria pubblica.

Secondo Magi, il 2025 si conclude senza segni di miglioramento: nessun intervento strutturale sulle retribuzioni dei medici, nessuna misura concreta per valorizzare il loro lavoro e nessuna risposta efficace alla crisi di attrattività del SSN.

Questo, afferma il presidente dell’Omceo Roma, rischia di compromettere seriamente la tenuta del sistema sanitario pubblico, proprio quando cresce il bisogno di cure da parte dei cittadini.

Magi esprime particolare preoccupazione per l’orientamento del Ministero dell’Economia e delle Finanze, che, secondo lui, ha messo a rischio il futuro del SSN con decisioni che sembrano prefigurare il suo superamento.

La Legge di Bilancio, infatti, non ha previsto gli interventi necessari per mantenere il SSN come sistema universalistico, pubblico e fondato sull’equità.

In questo modo, si rischia di abbandonare la visione di un sistema sanitario che garantisce a tutti i cittadini l’accesso alle cure, indipendentemente dal reddito.

Il presidente dell’Omceo Roma rileva anche una crescente espansione della sanità assicurativa sostitutiva, che sta progressivamente colmando il vuoto lasciato dal pubblico.

Le polizze sanitarie, che una volta erano pensate come complementari al SSN, oggi sono sempre più spesso sostitutive, con premi assicurativi in forte aumento.

Questo fenomeno, sottolinea Magi, crea una discriminazione sociale, in quanto esclude dal diritto alle cure i cittadini che non possono permettersi le polizze sanitarie private, aumentando così il divario tra chi può accedere alle cure e chi no.

Concludendo, Antonio Magi lancia un appello per un cambio di rotta nel 2026.

È necessario un rilancio deciso del finanziamento per il SSN, con un allineamento delle retribuzioni dei medici agli standard europei e una valorizzazione del lavoro sanitario come investimento e non come costo.

Magi sottolinea che senza scelte politiche coraggiose, il rischio non è solo la crisi del personale medico, evidente anche nell’aumento delle liste d’attesa, ma la fine del SSN come pilastro di coesione sociale del Paese.

Salvare il SSN non è una battaglia corporativa – conclude Magi – è una priorità di tutti. È una scelta politica che riguarda il futuro dell’Italia e il diritto alla salute di milioni di cittadini.”

TalkCity.it Redazione

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