Il gruppo critica il modello “d’élite” promosso dall’amministrazione comunale, ritenuto poco efficace, e
rilancia l’idea di un turismo inclusivo basato su servizi pubblici ben organizzati.
Da anni il PcV partecipa alla campagna La presa della battigia per ribadire alcuni principi fondamentali:
almeno il 50% della costa balneabile deve restare libera, l’accesso al mare non può essere vietato e nelle
spiagge libere attrezzate non è consentito il preposizionamento degli ombrelloni.
Tra le proposte, figurano la riqualificazione del Porticciolo sotto il Castello Odescalchi, la valorizzazione
dei varchi su Lungomare Capolinaro, la pulizia e l’attrezzatura della spiaggia di via Giuliani, oltre al
recupero di terrazze e tratti di scogliera oggi abbandonati.
Il PcV chiede al Comune investimenti mirati e una revisione del PUA, sottolineando che con costi
contenuti si potrebbero ottenere benefici enormi sia per l’immagine turistica che per la qualità della vita
urbana.
Il gruppo ricorda l’esempio di paesi come Spagna e Grecia, che offrono spiagge libere curate e attrezzate,
e denuncia come in Italia la costa venga progressivamente ceduta agli stabilimenti.
“Santa Marinella potrebbe distinguersi per la qualità delle sue spiagge libere – conclude Il Paese che
Vorrei – trasformando un diritto dei cittadini in una vera opportunità di sviluppo turistico sostenibile e di
giustizia sociale”.
TalkCity.it Redazione Santa Marinella