Come sta il cuore degli italiani? Partiamo dalla prevenzione: appello Novartis, AISC e FIPC.

Roma – Per la Giornata dedicata al cuore, parte dalle Istituzioni l’appello di Novartis, AISC e FIPC che ha coinvolto centinaia di deputati in prima fila per la prevenzione cardiovascolare. Le malattie che affliggono il cuore portano in Italia ad avere 220mila decessi: 25 ogni ora rappresentando la prima causa di morte negli adulti. Studi, casistiche, raccomandazioni ma soprattutto strategie di prevenzione. Apripista l’iniziativa di screening a porte chiuse, presentata in conferenza stampa oggi pomeriggio a Montecitorio, presso la Camera dei deputati a cui hanno aderito centinaia di rappresentanti istituzionali e funzionari rafforzando un messaggio che deve arrivare a tutti: uomini e donne, nella vita di ogni giorno.

Grazie all’innovazione terapeutica e alla prevenzione, un gran numero di morti dovute alle malattie cardiovascolari oggi potrebbero essere evitato. Nonostante questo, in Italia, come nella maggior parte dei Paesi occidentali, le patologie cardiovascolari rappresentano ancora oggi la prima causa di morte nella popolazione adulta, con oltre 220 mila decessi ogni anno, che corrispondono a 25 ogni ora. Dati che, se associati al loro impatto socioeconomico, fanno emergere chiaramente l’urgenza di un piano d’azione che metta al centro la prevenzione come investimento per il futuro e il benessere dei cittadini e di tutto il Paese.

Qual è infatti il costo delle malattie cardiovascolari in Italia e in Europa? Uno studio presentato nel corso del recente Congresso ESC (European Society Cardology) indica che quelli europei corrispondono a 282 miliardi di euro, pari a 636 euro pro-capiteA livello italiano, questi costi ammontano a oltre 41 miliardi di euro, ovvero il 15% della spesa sanitaria, pari a 726 euro pro-capite, e quindi al di sopra della media europea. Dati senz’altro allarmanti, soprattutto se messi in relazione alla percentuale di spesa pubblica dedicata alla prevenzione (il 7,3% del Fondo Sanitario Nazionale nel 2022) che ci colloca tra gli ultimi posti in Europa.

Uno scenario che, in occasione della Giornata Mondiale del Cuore, ha suggerito un’azione congiunta tra Novartis e i principali esperti del cuore, riuniti in un incontro a Roma per proseguire il dialogo e condividere l’urgenza di avviare strategie di prevenzione e interventi mirati volti ad affrontare la crescente incidenza delle malattie cardiache. Un incontro autorizzato dalla Camera dei Deputati in cui, in due giorni, diverse centinaia tra parlamentari, funzionari e membri degli staff della Camera si sono sottoposti a un’attività di monitoraggio dei propri livelli di colesterolo, proprio per accendere i riflettori sull’importanza di una maggiore sensibilizzazione in questo ambito.

‘Fare attività di prevenzione significa salvare vite. È un messaggio chiaro su cui non possiamo fare confusione. Sono fortemente convinta che serva investire, così come il Governo sta ben facendo, in prevenzione primaria e secondaria relativamente a varie patologie. Questo ha ancora maggiore significato- interviene Annarita Patriarca, membro della XII Commissione Camera dei Deputati- se consideriamo che le malattie cardiovascolari sono le prime cause di morte in tutto il Paese. Dalla Camera arriva un segnale chiaro sull’importanza della prevenzione”.

L’impatto delle malattie cardiovascolari

Le malattie cardiovascolari costituiscono oggi la prima causa di morte nell’adulto di cui il 30% ascrivibile a una condizione di trombosi o di aterosclerosi della parete arteriosa (cardiopatia ischemica, l’ictus ischemico e l’arteriopatia periferica).

A livello globale, 1/3 delle cardiopatie ischemiche è attribuibile a ipercolesterolemia che è responsabile di 4,4 milioni di decessi all’anno. Le anomalie del metabolismo lipidico, in particolar modo i livelli elevati di colesterolo LDL, giocano un ruolo cruciale nel determinare le malattie cardiovascolari, costituendo il maggior fattore di rischio.

Si stima che in Italia siano almeno 7,5 milioni le persone coinvolte in problemi ad esse correlati, a cominciare proprio dall’ipercolesterolemia che interessa almeno il 23% delle donne e il 21% degli uomini italiani, una percentuale che può addirittura a superare il 35% se si considerano anche i valori borderline di colesterolo LDL.

“Preoccupa la quota significativa di casi attribuibili a condizioni trombotiche o di aterosclerosi in cui l’ipercolesterolemia- spiega Pasquale Perrone Filardi, Docente ordinario di Cardiologia, direttore della Scuola di Specializzazione in Malattie dell’apparato cardiovascolare dell’Università degli Studi di Napoli Federico II e Presidente Società Italiana di Cardiologia (SIC) – rappresenta un fattore di rischio chiave. Le malattie cardiovascolari si confermano purtroppo come la principale causa di morte nel mondo, provocando più decessi di tutti i tumori. Gli strumenti e l’innovazione a disposizione consentono di intervenire preventivamente su circa l’80% degli eventi cardiovascolari. Perseverare con sforzi collettivi di attività di sensibilizzazione contribuisce a ridurre l’incidenza di rischio e salvare molte vite”.

Per le donne, poi, una attenzione particolare: ‘Nel periodo fertile hanno una protezione ormonale rispetto ai rischi del cuore- aggiunge Filardi- ma dopo il rischio rimbalza, e forse supera quello degli uomini. E’ importante quindi la prevenzione, di cui le donne stesse ma anche chi è intorno a loro deve essere consapevole e non sottovalutare nulla’.

Appuntamento in piazza per le misurazioni gratuite del colesterolo

Numerosi gli studi che hanno stabilito il ruolo centrale dell’ipercolesterolemia nello sviluppo delle malattie cardiovascolari, dimostrando l’esistenza di una relazione tra colesterolemia, mortalità e incidenza delle malattie cardiovascolari.

Livelli elevati di colesterolo, in particolare di colesterolo LDL (LDL-C), aumentano il rischio di malattie cardiovascolari e ictus. Il monitoraggio costante del colesterolo è dunque fondamentale, soprattutto quando i suoi livelli sono più elevati rispetto alla quantità necessaria che può essere metabolizzata con successo da parte del nostro organismo, come confermato anche dalle linee guida EAS/ESC.

Per giocare d’anticipo e allontanare il rischio di possibili eventi cardiovascolari, serve considerare il colesterolo LDL non più come un indicatore, ma come un vero e proprio fattore di rischio.

Da questi importanti presupposti Novartis, con il patrocinio dell’Associazione Italiana Scompensati Italiani e della Fondazione Italiana per il Cuore, sarà presente “nel cuore” di alcune città italiane – tra cui a Roma il 30 settembre in Piazza San Cosimato, e a Napoli il 4 ottobre in Piazza Ugo la Malfa -, con appuntamenti di misurazioni gratuite del profilo lipidico che vedranno coinvolti non solo la popolazione italiana ma anche esponenti istituzionali che vorranno conoscere i propri livelli di colesterolo e ricevere materiali educativi sulla prevenzione del rischio.

“La prevenzione, un corretto stile di vita, la conoscenza dei fattori di rischio, la diagnosi precoce, oltre naturalmente alla cura della patologia in un sistema di presa in carico del paziente e un modello gestionale della malattia di tipo integrato e interdisciplinare- precisa Maria Rosaria Di Somma, Consigliere Delegato AISC-APS- sono tematiche che quotidianamente AISC evidenzia quali fondamentali per arginare l’impatto delle malattie cardiovascolari e lo sviluppo di fasi acute. In tale contesto ogni iniziativa intesa alla informazione della popolazione rappresenta un valore aggiunto per prevenire la malattia. Per la nostra Associazione è importante che quanto prima, nell’ambito dello sviluppo della sanità territoriale, si metta al centro la prevenzione con un ruolo di primo piano al medico di medicina generale e la collaborazione del Terzo Settore”.

‘Per avviare comportamenti preventivi, il punto di partenza fondamentale è acquisire una comprensione approfondita dei fattori di rischio cardiovascolare. Questo processo inizia con la gestione del colesterolo LDL e- continua Emanuela Folco, Presidente di Fondazione Italiana Per il Cuore- si completa ottimizzando la cura dei pazienti attraverso percorsi che agevolino la loro aderenza. Da sempre crediamo nel valore e nell’efficacia di iniziative come queste, per sensibilizzare il pubblico sull’importanza della prevenzione cardiovascolare’.

La sfida di ridurre e sostenere i livelli di colesterolo

Nonostante si tratti del fattore di rischio cardiovascolare più facilmente modificabile, ottenere una riduzione efficace e sostenuta nel tempo dei livelli di colesterolo LDL è ancora una sfida, tanto che 8 pazienti su 10 ad alto rischio non sono in grado di ridurre il loro LDL-C ai livelli raccomandati. Uno scenario confermato anche dal rapporto OsMed 2022 che ha evidenziato come solo il 43,6% della popolazione in trattamento con ipolipemizzanti, è aderente alla terapia, riportando inoltre che questa si riduce nel tempo a causa della complessità del regime terapeutico e degli effetti indesiderati. Tra i temi importanti per il successo della riduzione del rischio cardiovascolare, si inseriscono anche quello dell’aderenza e della persistenza alla terapia, i quali, insieme alla prossimità e alla territorialità, sono al centro del nuovo assetto della Sanità disegnato nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per affrontare la sfida della cronicità.

“Pensando al futuro del nostro Paese e a come potenziare uno stato di buona salute collettiva, è giunto il momento di prendere seriamente in considerazione le patologie croniche- conclude Paola Coco, Country Head Medical Affairs di Novartis in Italia- che in Europa sono all’origine dei maggiori oneri sanitari, spesso evitabili. Come Novartis siamo convinti che mettere al centro il tema della prevenzione, sia attraverso programmi di sensibilizzazione, sia dando particolare attenzione alle fasce di popolazione più esposte a rischio con azioni più mirate come gli screening, significhi non solo garantire il diritto alla salute, ma anche costruire una società che non lasci indietro nessuno”.

Riceviamo e pubblichiamo

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