Roma, quartiere Ostiense: 5 Febbraio intestazione del centro anziani  “Parco Schuster” a Elena Inguaggiato e Rosario Mocciaro.

Sabato 5 Febbraio è stata celebrata la cerimonia per l’intestazione del centro anziani “Parco Schuster” a Elena Inguaggiato e Rosario Mocciaro. È un passaggio simbolico e concreto che rappresenta il riconoscimento, l’evocazione e la testimonianza di valori essenziali, come l’appartenenza, l’impegno sociale e  l’altruismo.

Elena e Rosario, oltre ad essere stati rispettivamente presidente e vice presidente del centro anziani, sono stati protagonisti di una storia d’amore autentica e rivoluzionaria. Entrambi siciliani si sono conosciuti nella loro terra d’origine per poi rincontrarsi a Roma nel 1975.

Lui aveva preso i voti sacerdotali ma scelse di togliere la tonaca per amore di Elena, con cui costruì una famiglia e condivise un forte senso civico e un proficuo impegno comunitario. Oggi i figli e i cittadini del quartiere lì ricordano con commozione, sostenuti dal Presidente del VIII Municipio, Amedeo Ciaccheri.

Questo evento ci permette di aprire una riflessione rivolta agli anziani e ai loro bisogni, talvolta ancora poco ascoltati.

Chi sono gli anziani di oggi?

L’aumento dell’età media di vita, il tardo svincolo dei figli dalle famiglie d’origine e il basso tasso di natalità sono fattori che hanno contribuito a determinare un rapporto diverso tra le generazioni. È comune che in una famiglia media italiana, i figli di genitori appartenenti alla terza età siano a loro volta anziani e implicati in passaggi evolutivi importanti, come il pensionamento.

La generazione di mezzo sovente è parallelamente impegnata nella cura dei genitori che invecchiano e dei figli che tardivamente raggiungono un’autonomia.

La terza età racchiude una popolazione eterogenea ma gli anziani di oggi sono tendenzialmente accomunati da un ruolo attivo e fondamentale per l’organizzazione pratica, emotiva ed economica della famiglia e della società. L’anzianità corrisponde al contempo ad una fase della vita bisognosa di cure e attenzioni, soprattutto se in presenza di una condizione di fragilità psicofisica.

Questo stadio del ciclo vitale può essere considerato una cartina tornasole della storia individuale e familiare pregressa.

Vulnerabilità

Tra gli aspetti maggiormente vulnerabili del funzionamento psicologico ed emotivo delle persone anziane, senza sottovalutare la determinante soggettiva, troviamo: sentimenti di incertezza e insicurezza; egocentrismo;  impulsività; aggressività; malinconia; tristezza e ansia.

Centrale è il rapporto con il proprio passato.

Ci si percepisce maggiormente fragili, insicuri e bisognosi dell’approvazione e del riconoscimento altrui. Al contempo, si assiste alla tendenza a polarizzarsi su di sé e sulle proprie condizioni di salute fisiche, ricercando l’attenzione esterna.

È frequente che si possano sperimentare tristezza, malinconia per i periodi di vita trascorsi, rimpianti e rimurginazioni. La minore prospettiva di vita e l’inevitabile confronto con la morte può incutere paura e generare ansia.

La tristezza è un sentimento transitorio e fisiologico ma occorre porre una distinzione tra tristezza e depressione.

Il quadro clinico della depressione prevede una rigidità, una cronicità ed una pervasività dei sintomi per cui è fondamentale una diagnosi precoce e un trattamento multidisciplinare.

È raro che la persona anziana racconti i propri malesseri psichici al medico curante, generalmente pone un’attenzione esclusiva sul corpo e sulle somatizzazioni. Inoltre, durante l’anzianità la depressione può essere  in comorbilità con un declino cognitivo. L’occhio esterno dei familiari per un precoce riconoscimento dei sintomi è quindi fondamentale.

Risorse

Il compito evolutivo centrale in questa fase di vita riguarda l’integrazione della propria storia e la possibilità di volgere uno sguardo al passato con comprensione,  trasformando eventuali rimpianti in consapevolezza.

È la possibilità di raggiungere l’integrità del proprio Io, attribuendo un senso alle scelte compiute e alle esperienze vissute.

Un altro compito evolutivo è la trasmissione delle proprie competenze, che assume un significato più ampio, configurandosi come passaggio di un eredità affettiva, prima che pratica. È importante che l’esperienza non sia rimpianta ma valorizzata e messa a servizio del presente e delle generazioni successive.

L’appropriazione di eredità simbolica ed affettiva da parte della generazione successiva, necessaria sia per la valorizzazione dei genitori anziani, sia per l’assunzione di responsabilità di cura nei loro riguardi è resa possibile solo se si è sviluppato un senso di appartenenza tale da favorire i movimenti separativi e di autonomia.

Un figlio che non si è sentito riconosciuto e che non ha percepito i propri genitori accudenti e presenti con molta probabilità non accetterà né di rappresentare il loro prolungamento simbolico né di offrirgli supporto. L’isolamento affettivo, il vissuto inutilità e di perdita di un ruolo all’interno della propria realtà familiare possono costituire motivo di grande sofferenza per le persone anziane.

I nonni sono potenzialmente una risorsa eccezionale in famiglia e per i nipoti, rappresentano le radici e la memoria di un senso di appartenenza fondamentale per crescere.

Bisogni

Lo stato pandemico ha inevitabilmente stravolto la quotidianità delle persone anziane e delle loro famiglie. Oltre all’aspetto centrale medico, ai ricoveri e alle morti avvenute in solitudine, la salute psichica è stata messa a dura prova.

Tra i bisogni fondamentali per il benessere psicofisico delle persone anziane vi sono: avere spazi di  socialità; mantenere uno stile di vita attivo e sentirsi utili.

Il Covid ha inevitabilmente provocato un maggiore isolamento e una quotidianità condizionata da limitazioni e restrizioni. In particolare, per gli anziani che vivono da soli è stato molto difficile attraversare questo periodo.

Il bisogno di dialogare con qualcuno è evidente, ancor più nei momenti fortemente critici.

Le famiglie si sono parallelamente trovate in estrema difficoltà per la gestione organizzativa ed economica della nuova quotidianità, sentendosi spesso in colpa di non riuscire ad offrire il giusto supporto ai propri genitori anziani, preoccupate per la loro salute e non sempre sufficientemente supportate dai servizi sociosanitari territoriali.

È quindi fondamentale acquisire consapevolezza sugli aspetti che possono favorire e sostenere la cura della salute psichica delle persone anziane, non sconnessa da quella fisica, con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita.

Pillole di benessere

Per le persone anziane, compatibilmente con il quadro complessivo di salute, è fondamentale:
  • Avere spazi di relazione.
  • Fare movimento quotidiano.
  • Coltivare passioni, rispettando la propria soggettività.
  • Svolgere attività manuali e creative.
  • Dedicarsi alla lettura.
  • Avere del tempo di riposo.
  • Sentirsi valorizzati all’interno della propria famiglia, nel rispetto del ruoli.
  • Sperimentare un senso di appartenenza alla comunità.

Per lo sguardo collettivo è importante considerare l’anzianità in stretta continuità con le precedenti fasi del ciclo vitale, abbandonando pregiudizi e stereotipi negativi e patologizzanti; sostituendo la prospettiva di invecchiamento come decadimento con l’idea sostenuta dall’OMS di “invecchiamento attivo”, che pone al  centro la persona con la propria soggettività e l’imprescindibile diritto alla cura.

Riceviamo e pubblichiamo. Dott.ssa Giulia Gregorini

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