Venerdì 19 maggio il liceo Sandro Pertini di Ladispoli ha accolto La Valigia dell’Attore, compagnia teatrale rinomata sul territorio diretta da Leonardo Imperi, per proporre agli studenti un’esperienza riflessiva e coinvolgente che li inoltrasse nel violento e oscuro mondo della mafia e della lotta alla criminalità organizzata.
Siamo oramai giunti alla vigilia del 31esimo anniversario dalla strage di Capaci (23 maggio 1992), quella in cui morirono il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.
Leonardo Imperi, direttore artistico della Valigia dell’Attore, ormai quasi due anni fa ha scritto uno spettacolo che narra 50 anni di storia della mafia: “Questa terra un giorno sarà bellissimaAMP“.
Interrogandosi sulla vita di quegli uomini che sono morti – o che avrebbero venduto la propria vita per salvarne un’altra – a causa della dilagante pestilenza mafiosa che da sempre interessa l’Italia, Leonardo Imperi ha scritto uno spettacolo che si incastra nel cuore e nella mente di chi vi assiste.
“La mafia è un’attitudine – ha spiegato il direttore della Valigia – per cui invito tutti voi ragazzi e ragazze a rinnegare, disprezzare e specialmente non adottare qualunque atteggiamento che favorisca l’esclusione, la derisione e la prepotenza, in quanto seppur in minima parte possono essere considerati sinonimo di mafia“.
La mafia, che come qualche studente ha giustamente detto riguarda la criminalità organizzata, è infatti anzitutto una cultura. Una cultura con le sue regole, le sue credenze, i suoi culti e tradizioni.
Una cultura che, con l’arrivo di uno dei boss più pericolosi e sanguinari esistiti, “Totò” Riina, è stata disseminata all’insegna del terrore, della violenza e della morte, toccando terreni inesplorati e trasformandosi in un virus contagioso per tutta la Penisola.
La morte, come Leonardo ha spiegato agli studenti del Pertini, non interessava più a quel punto soltanto coloro che erano direttamente coinvolti in loschi affari mafiosi.
Titolo scelto non a caso, in quanto simbolo dell’estrema lotta e della fede che riponevano il magistrato Borsellino, assieme al suo fedelissimo amico e collega Falcone, nel contrastare e fermare la mafia in Sicilia e in Italia.
Entrambi rappresentano per il nostro Paese l’emblema della dedizione, del coraggio e del senso di sacrificio nel voler liberare la propria terra dall’epidemia mafiosa.
Perché è importante sottolineare questi altri nomi, per i più quasi sconosciuti? Perché, come ha specificato Leonardo rivolgendosi agli studenti, “seppur Falcone e Borsellino sono le icone della lotta alla mafia, sono tante altre le vite che essa ha strappato via da questa terra e che si sono sacrificate per combatterla.
Vite – ha ribadito – che sono state fondamentali per arrivare ad arrestare boss come Totò Riina, o per contrastare gli effetti disastrosi che la paura del fenomeno mafioso avrebbe potuto provocare, oltre a quelli già evidenziati“.
Un esempio è il monologo che Leonardo ha scritto immaginandosi il senso di frustrazione provato dall’uomo della scorta di Falcone che, il giorno della strage, era stato sostituito da un collega in quanto infortunato: Giuseppe Sammarco.
Storie, episodi, ricordi che lasciano il segno quelli dei “sopravvissuti“, coloro che “avrebbero dato la propria vita per la lotta alla mafia“.
Certo, viene da chiedersi come si sia potuto arrivare a tutto questo; come sia possibile che la mafia conoscesse orari, date, appuntamenti per mettere in atto i propri piani.
Nella giornata del 19 maggio al Pertini si è parlato infatti anche della “Trattativa Stato-Mafia“, la negoziazione svolta tra gli esponenti delle istituzioni italiane e i rappresentanti di Cosa nostra durante le stragi del 1992.
Quanto c’entra lo Stato con le stragi? Come faceva Cosa nostra a conoscere la posizione esatta di Falcone prima e di Borsellino poi nei due attentati?
Risposte certe non ne abbiamo. Quello che Leonardo Imperi si augura è che i giovani riflettano, si interroghino e approfondiscano questa terribile piaga del nostro Paese, in modo tale da acquisire la consapevolezza necessaria per sconfiggere definitivamente la criminalità organizzata.
Grazie all’interesse in prima persona della Preside Fabia Baldi e del prof.re Giovanni Piazza, il liceo Sandro Pertini ha omaggiato i 31 anni dalla scomparsa di Falcone e Borsellino con un evento che ha lasciato il segno.
Grazie alle parole di Leonardo Imperi e al suo spettacolo “Questa terra un giorno sarà bellissima” i giovani studenti hanno potuto toccare più da vicino quella che è stata ed è tutt’oggi la lotta alla mafia: l’insieme di tutte le attività di contrasto alla criminalità organizzata, in cui la cultura fa da maestra nella formazione di future generazioni in cui l’atteggiamento “mafioso” si spera possa essere debellato completamente.
Nicole Ceccucci