“Il Confine di Roma” ha fatto tappa a Ladispoli, per una tappa simbolica e significativa: quella dedicata al ruolo delle Pro Loco nella costruzione dell’identità culturale e sociale del Lazio.
Il progetto, ideato e curato da Federico Ascani, è uno studio partecipativo che racconta le trasformazioni della Capitale e dei comuni che la circondano.
Dopo aver raccolto storie e testimonianze tra i quartieri e i borghi dell’area metropolitana, la troupe ha scelto Ladispoli come punto d’approdo per intervistare Claudio Nardocci, presidente delle Pro Loco del Lazio e figura storica del volontariato culturale.
Siamo nella sede regionale delle Pro Loco. Le pareti parlano di feste, piazze, piatti antichi e voci di paese. Nardocci prende la parola con il tono di chi sa cosa vuol dire costruire dal basso:
«Il nostro lavoro nasce dal basso — spiega — per dare voce ai luoghi, alle persone e alle comunità che fanno grande il Lazio, anche fuori dal centro di Roma.»
Il Lazio oggi conta 347 Pro Loco iscritte all’albo regionale, 320 aderenti all’UNPLI. Non più solo organizzatrici di sagre, ma veri laboratori culturali.
«Il turismo è cambiato» racconta Nardocci, «oggi il visitatore cerca emozione, identità, autenticità. Ogni evento deve lasciare un segno nel cuore e nella testa.»
L’obiettivo è portare i cittadini romani a scoprire le meraviglie della loro regione.
«Due milioni e mezzo di persone potrebbero restare qui, risparmiare, vivere esperienze vere. Ma serve una narrazione nuova, fatta con strumenti moderni ma radici ben salde.»
Una visione condivisa anche dalla nuova legge regionale sul turismo, che apre le porte a progetti integrati tra città e provincia.
Il presidente sogna una rete di Pro Loco anche dentro Roma, sul modello di Torino, dove diventano punti di informazione aperti al pubblico.
Tra i territori da valorizzare, Nardocci cita proprio il litorale nord: Fiumicino, Civitavecchia, Ladispoli, Tarquinia.
«Non concorrenza ma alleanza» precisa. «Un sistema di mete, un racconto comune.»
Il progetto continua il suo viaggio, ma da Ladispoli parte un messaggio chiaro: raccontare i territori è un dovere, ma anche un atto d’amore verso ciò che ci rende unici.
Dino Tropea TalkCity.it Ladispoli
Dino Tropea è scrittore e autore di tre libri: Lasciato Indietro (Armando Editore), Ombre e Luci di un Cammino (Laura Capone Editore) e Il regno sommerso di Coralyn (VJ Edizioni Milano). La sua scrittura, empatica ed evocativa, intreccia narrativa, poesia e riflessione sociale, con un’attenzione particolare ai temi della resilienza, della memoria e della speranza.
Oltre all’attività letteraria, è redattore per Mondospettacolo.com e TalkCity.it, dove racconta eventi, musica, teatro e cultura con uno stile coinvolgente e appassionato. Cura progetti editoriali come curatore letterario e conduce programmi radiofonici che danno voce a storie di rinascita, arte e impegno sociale.
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