Viene sospeso dalla scuola, il Tar del Lazio annulla il provvedimento disponendone l’immediato reintegro ma la decisione del Tribunale non viene rispettata.
Il Ministero dell’Istruzione costretto così a far intervenire l’ufficio scolastico regionale per comprendere le ragioni della mancata attuazione del verdetto espresso dal collegio giudicante.
“Come disposto da Tribunale, nostro figlio deve tornare a scuola – dichiaravano ieri i genitori – .
Ci appelliamo al ministro Valditara: faccia rispettare alla scuola il decreto del Tar, lo faccia per la serenità di nostro figlio che si vede negato un diritto”.
Parole, quelle espressi dai coniugi e da loro legale, alle quali hanno fatto eco quelle espresse dal Ministero dell’Istruzione che ha disposto un’ispezione presso l’Istituto per comprendere l’accaduto.
“Per questo sono contento – ha ribadito – perché tutti noi siamo certi di avere fatto il meglio per il bimbo”, precisando però che non sapeva ancora del pronunciamento del tribunale e che “una volta letta la decisione del Tar ho dato disposizioni di non impedire l’accesso”.
“Parcheggiata la mia auto ed entrando nel cancello di scuola è arrivata una pattuglia dei Carabinieri, per cui ho atteso nel mio ufficio il loro arrivo (papà, bimbo e Carabinieri). Invece poi non è entrato nessuno e sono “spariti” tutti – racconta il Preside – .
Una volta letta la decisione del Tar ho dato disposizioni di non impedire l’accesso ad alcuno e stamani mi attendevo che il papà entrasse con il bimbo ed in effetti mi sono insospettito del fatto che il bimbo non si fosse presentato.
Il problema reale della vicenda è “semplicemente la famiglia che ritiene la Scuola un babysitteraggio e se ne infischia del fatto che altri 21 bambini non stanno imparando a leggere e scrivere a causa della situazione della classe”.
Oggi l’epilogo, con il controllo eseguito dagli ispettori e il ritorno a scuola del bambino, che prima di entrare rivolgendosi al padre ha detto: “Perché l’altro giorno non mi hanno fatto entrare?”.
di Marco Di Marzio