Consiglio comunale come “Piazza dei cittadini”: ospite a TalkCity.it il presidente Roberto Severini
Com’è nata la decisione di aprire le porte del consiglio comunale ai cittadini?
“Noi siamo dell’idea che bisogna portare avanti ascolto e confronto con i cittadini; l’aula consigliare usata come piazza cittadina è fondamentale per confrontarsi col territorio, soprattutto nel caso di eventi e convegni.
Le scelte che riguardano il futuro della città devono coinvolgere tutti. Queste polemiche inutili tengono la città ferma a una politica di basso livello. Abbiamo una città divisa, nessuno si sente cittadino di Fiumicino e questa disparità va colmata.
Abbiamo fatto dei ragionamenti su quello che è l’uso dell’aula consigliare. Oggi abbiamo ritenuto che le commissioni debbano condividere delle idee. Predisporremo una sala con 40 posti a sedere per il pubblico, con un’acustica migliore”.
Fregene, lo scorso anno così come i giorni scorsi, ha subito fortemente la mareggiata dovuta al maltempo. L’opposizione vi ritiene “incapaci” di gestire la crisi climatica, ma l’anno scorso non c’eravate voi…
“Il mio ruolo è super partes, oltre che di maggioranza. Noi abbiamo ereditato tutto ciò che è stato fatto e non fatto in 30 anni. A chi ci ritiene responsabili di queste mareggiate non rispondiamo proprio. Il sindaco Baccini ha emesso 3 ordinanze per il pericolo mareggiata. Tutti noi eravamo impegnati in prima linea.
A giorni incontrerò l’opposizione per parlare con loro dei problemi che riscontrano, e questo spazio è stato deciso proprio con l’amministrazione per dare un nuovo volto alla politica.
Cosa che, quando eravamo noi dall’altra parte, non veniva fatta”.
Quali altri progetti avete in ballo?
“Tra poco partirà il Consiglio comunale dei ragazzi. Vogliamo coinvolgere dalle scuole i giovani, tornando a dare un po’ di educazione civica. Coinvolgeremo le scuole anche per istituire un sindaco dei ragazzi. Si faranno delle elezioni ad hoc.
Anche i giovani si avvicineranno alla politica, cosicché ci si possa riappropriare del valore nobile del fare politica”.
C. O.
