Valerio De Carli, classe 1992, è un artista ceramista del territorio di Fiumicino. La sua è una ceramica fatta di gesti lenti e consapevoli, dove la mano incontra la materia in un dialogo silenzioso, ma carico di significato.
Ogni pezzo nasce da un tempo sospeso, da un ascolto attento della terra e da una sensibilità che trasforma l’argilla in racconto.
Le opere di De Carli non sono semplici oggetti, ma frammenti di storie vissute o immaginate, scolpite nella forma e nella superficie.
<<Già da bambino per me tutto ciò che rappresentava l’espressività e la cultura ha sempre costituito un elemento fondamentale della mia esistenza. Ricordo nitidamente la prima poesia che ho scritto alle scuole elementari.
Tale piccolo componimento letterario, nella sua semplicità, è per me l’incipit del mio essere. Poi nel tempo, prima di approdare alla ceramica ho attraversato diverse espressività molto diverse tra loro. Sono stato all’estero come mago, funambolo, artista di strada, illustratore e pittore, sperimentando molteplici linguaggi.
Ha scolpito pietre abbandonate in luoghi dimenticati, restituendo bellezza e significato a spazi marginali attraverso un’arte che voleva essere, prima di tutto, gesto di condivisione e partecipazione.>>
<<Sicuramente una delle opere che sento maggiormente vicina al mio essere è quella dedicata al San Michele, che ho inciso su un grande masso lungo la sponda del fiume, “là dove l’acqua del Tevere s’insala”, come cita il sommo poeta Dante Alighieri, nella “Divina Commedia”, a Fiumicino.
Un intervento artistico capace di parlare al paesaggio e alla comunità, che ha richiesto circa un anno di duro lavoro per essere realizzata, essendo tale pietra particolarmente dura e difficile da scolpire. Ma la soddisfazione nel veder compiuta l’opera è stata immensa sia per il soggetto trattato che per i risultati raggiunti a livello artistico.>>
<<Un altro materiale che accompagna da sempre la mia ricerca è il ferro, forgiato con forza e dedizione, senza aver mai frequentato scuole specializzate. Proprio dal ferro è nata una delle mie opere che definisco tra le più intense e che ho nominato “Pandemica”, una scultura in ferro battuto, alta circa 2 metri e larga 2,5.
Realizzata durante il lockdown, l’opera esprime in modo potente e viscerale la complessità del genere umano in uno dei momenti più delicati della storia recente. Una struttura che non impone significati, ma invita a riflettere sul senso dell’isolamento, della fragilità e della resistenza.
Tale opera, insieme ad altre lavorate con il ferro, nasce anche dalla voglia di rendere le grate casalinghe, destinate alla sicurezza delle abitazioni, qualcosa di più artistico e personale.>>
<<L’arte, per me, non è mai stata un mestiere o un ruolo da interpretare: è un modo di stare al mondo. Ho sempre cercato il silenzio dentro la materia, qualcosa che mi parlasse senza parole. Fin da ragazzo ho avuto il bisogno di esprimermi con le mani, di trasformare quello che sentivo in forme, superfici, peso, vuoto.
Non ho seguito un percorso accademico, ho imparato osservando, provando, fallendo e ricominciando. Ogni materiale che ho incontrato, la pietra, il ferro, l’argilla, mi ha insegnato qualcosa su di me. Scolpire, modellare, forgiare sono azioni che hanno sempre avuto per me una dimensione spirituale, prima ancora che artistica.
Nella ceramica ho trovato una lentezza necessaria, una precisione che richiede ascolto e presenza. I miei pezzi all’interno sono vuoti, come vasi, ma non sono fatti per contenere liquidi: accolgono sostanze più sottili, come emozioni, ricordi, silenzi.
Mi muovo tra gesti antichi e un’urgenza contemporanea, con il desiderio di restituire bellezza a ciò che spesso viene scartato o dimenticato: luoghi, materiali, simboli. Non cerco la perfezione, cerco l’autenticità. E se un mio lavoro riesce a toccare anche solo una persona, a farle sentire qualcosa, allora ha già compiuto il suo percorso.>>
Per conoscere le opere ed il suo percorso artistico ci si può collegare al profilo Instagram di De Carli mediante il quale l’artista vuole far viaggiare le sue opere nel mondo, mantenendo però sempre saldo il legame con le sue radici.
Fiumicino, il territorio in cui è nato e cresciuto rimane una fonte costante di ispirazione: ogni pezzo, anche se destinato ad abitare altrove, porta con sé un’impronta viva del luogo in cui è stato concepito.
Fernanda De Nitto. Redazione TalkCity.it Fiumicino