Da Londra la sentenza del Gender and Sexuality Network del “Science Museum”

Secondo un tour guidato dal Gender and Sexuality Network del Science Museum di Londra, i celebri mattoncini Lego potrebbero rafforzare la convinzione che l’eterosessualità sia la norma.

L’affermazione, riportata dal Telegraph, fa parte di un’audioguida intitolata Seeing Things Queerly, che esplora temi legati alle identità e alle esperienze queer.

Secondo il materiale informativo fornito nel percorso, i Lego contribuirebbero alla percezione di un mondo rigidamente binario, in cui esistono solo due generi.

Questo perché, secondo l’analisi proposta, le persone tenderebbero a descrivere i mattoncini in base a

una presunta distinzione tra “parti maschili” e “parti femminili”, concettualizzandoli in termini di

accoppiamento.

Tale interpretazione ha sollevato un acceso dibattito.

Da un lato, chi la sostiene evidenzia come la società sia permeata da una visione eteronormativa, ovvero

l’idea che l’eterosessualità sia l’unico orientamento considerato “naturale”.

Dall’altro, i critici ritengono questa lettura eccessivamente forzata e priva di fondamento scientifico.

L’ipotesi che le componenti dei Lego possano essere viste come simboli di genere è stata accolta con scetticismo, con molti che la liquidano come un’interpretazione esagerata della cultura popolare.

In un contesto più ampio, la questione si inserisce nel dibattito sulla rappresentazione della diversità e sull’inclusività nel mercato dei giocattoli.

Non è la prima volta che prodotti destinati all’infanzia vengono analizzati sotto questa lente, come dimostrano le numerose iniziative legate al Pride e le polemiche che spesso ne derivano.

C. O.

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