Così ci scrivono i rappresentanti degli studenti dell’Istituto Liceo Alberto Guglielmotti, desiderosi di segnalare un increscioso episodio verificatosi all’interno della nostra scuola, coinvolgente diversi studenti.
“Dall’inizio di quest’anno scolastico, abbiamo riscontrato numerose restrizioni imposte dalla dirigenza e disagi che perdurano da anni.
Tra queste, la limitazione della ricreazione all’esterno della scuola, un atteggiamento oppressivo nei confronti di ogni forma di dissenso e la costante presenza di infiltrazioni nelle classi e nei corridoi.
Tuttavia, il culmine della situazione lo hanno raggiunto le restrizioni applicate ai permessi di uscita anticipati.
Alcuni studenti maggiorenni sono stati trattenuti all’interno dell’istituto poiché, secondo la dirigenza, non fornivano motivazioni ritenute adeguate, richiedendo in alcuni casi anche il consenso dei genitori per autorizzare gli alunni a lasciare la scuola, nonostante la maggiore età.
La scuola dovrebbe rappresentare un ambiente di crescita e formazione, caratterizzato da serenità piuttosto che da tensione.
Attualmente, il Guglielmotti sembra assumere le sembianze di una prigione anziché di un’istituzione educativa.”
Così testimonia una ragazza: “Ho 19 anni e circa un mese fa, ho cercato di uscire anticipatamente da scuola.
Avevo bisogno di tornare a casa prima del solito per un motivo familiare, quindi mi sono recata in presidenza per chiedere di poter uscire prima.
Quando sono arrivata, la dirigenza mi ha chiesto il motivo per cui volessi uscire e fin qui tutto normale.
Successivamente mi hanno detto che anche i genitori dei maggiorenni dovevano sapere cosa fanno i loro figli essendo anche una responsabilità scolastica.
Perciò dovevo inviare ai miei genitori un messaggio per avvertirli e chiedere il loro consenso.
Questa cosa mi è sembrata abbastanza strana specialmente perché, da maggiorenne, mi aspettavo che avessi il diritto di decidere autonomamente.
Inoltre, era la seconda volta che uscivo anticipatamente e nella prima uscita non avevo ricevuto nessuna richiesta del genere, questa volta però era assente il preside.
Senza lamentarmi ho inviato il messaggio a mia madre, nonostante in realtà sapesse già che stessi uscendo.
Quando ho riferito alla dirigenza di aver ricevuto il consenso, mi hanno chiesto di far vedere il messaggio di conferma di mia madre.
Non mi hanno minacciato ovviamente, ma era intuibile che se non avessi mostrato il messaggio, molto probabilmente non mi avrebbero permesso di uscire.
Successivamente mi sono sentita in colpa, avevo permesso che il mio diritto alla privacy venisse violato senza nemmeno protestare, e non solo: soltanto dopo ho capito che si trattava anche di violazione della libertà.
Ecco perché sono qui a raccontarvi questa testimonianza: comunicare quanto i nostri diritti possano essere facilmente violati in maniera inconsapevole.
Il nostro unico pensiero dovrebbe essere rivolto nello studiare con serenità, e non nel preoccuparsi che un giorno o l’altro ci sequestrino.
Quindi mi rivolgo all’intero istituto di smetterla di creare problemi a noi ragazzi, e di pensare invece alle vere problematiche della scuola, che sono facilmente notabili e numerose.”
Comunicato stampa dei Rappresentanti d’istituto Liceo Alberto Guglielmotti
Riceviamo e pubblichiamo