Dopo un anno di Amministrazione Piendibene si gioca a fare il confronto con i primi 12 mesi del Sindaco Ernesto Tedesco, il risultato non è esaltante

È una mattina come tante, carrello alla mano, lista della spesa in tasca e quell’intramontabile dubbio: passata rustica o classica? Ma tra le corsie affollate del supermercato più noto della città, tra un’offerta sulle mozzarelle e una signora in cerca di pelati, lo vediamo.
Sereno, rilassato, sorridente. Sì, è proprio lui: Ernesto Tedesco, l’ex Sindaco di Civitavecchia. Occhiali un po’ abbassati sul naso, passo tranquillo, e un’aria… quasi ringiovanita.
Non indossa più la fascia tricolore, ma quel suo savoir-faire non l’ha mica perso. Anzi.

Ernesto, che dopo aver affrontato un mandato tempestato da rimpasti, pressioni politiche e, non dimentichiamolo, un lockdown mondiale (gestito senza mai perdersi d’animo), ha deciso di tornare alla toga, all’amata professione di avvocato. Una scelta di cuore, forse anche di testa, ma certamente coraggiosa.
E oggi? Beh, oggi in tanti lo rimpiangono. Forse non lo ammetteranno mai a voce alta, ma nei bar, nei post social sussurrati e nelle chiacchiere da marciapiede, il refrain è uno solo:
“Tedesco era un Sindaco vero”.
Lo incontravi ovunque. Al mercato, al porto, nei quartieri periferici. Mano tesa, ascolto attivo, mai una parola fuori posto. La sua prima Giunta? Dinamica, presente, assortita. C’era il fermento di chi voleva fare, non solo apparire.

Un primo anno – il suo – pieno di progetti, idee, presenza.
E oggi? Dopo un anno di amministrazione Piendibene, la città si guarda intorno e si chiede: cos’è cambiato davvero? Al momento, si salva il taglio del nastro per il rifacimento della Marina, un’opera peraltro condivisa proprio con… indovinate chi? Esatto. Ernesto Tedesco.
Non vogliamo fare polemica (o forse sì, ma con garbo). Ma in questo primo anno, al di là delle foto all’estero in locali poco istituzionali, di eventuali favoritismi percepiti e delle dimenticanze catastali – nulla di grave, per carità – fatichiamo a trovare una traccia concreta, un’impronta chiara.
Forse serve del tempo, e tutti tifiamo per Piendibene, almeno per il bene della città. Ma se il buongiorno si vede dal mattino…

E allora eccoci qui, a un anno dall’addio di Tedesco, a cercare progetti veri come si cercano le offerte al supermercato: con speranza, ma anche con un pizzico di malinconia.
Tedesco, uomo tra la gente, Sindaco della porta accanto. Uno che quando ti stringeva la mano, ti guardava negli occhi. Uno che non si è nascosto mai.
Oggi è di nuovo avvocato. Felice, sereno… eppure, la città un po’ lo reclama.
Tedesco, dove sei?
Magari tra uno scaffale e l’altro, con un sorriso complice e la lista della spesa in mano. Ma in fondo, un po’, ancora nel cuore di Civitavecchia.
Corrado Orfini
