Porto di Civitavecchia: proclamato stato di agitazione e sciopero per l’intera giornata del 4 dicembre nei confronti della società Port Mobility

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Dopo l’avvio della procedura per il licenziamento collettivo di 26 lavoratori della Port Mobility addetti alla viabilità, conclusosi con un mancato accordo in data 12/11/2024, al porto di Civitavecchia si proclamano le prime forme di mobilitazione e sciopero nei confronti della Società Port Mobility.

Questa proprio lo scorso 25 settembre, ha aperto una procedura di licenziamento collettivo dichiarando l’esubero e licenziamento di n. 26 lavoratori.

La mobilitazione è inevitabile poiché la Società, durante le riunioni dei mesi scorsi ha rigettato le proposte di FILT-CGIL, FIT-CISL, UILTRASPORTI, UGL MARE, USB, FAST.

Queste hanno proposto come alternativa ai licenziamenti di accedere agli ammortizzatori sociali straordinari e scongiurare, in attesa di risposte dall’Autorità Portuale, la riduzione del personale.

Oppure, in alternativa, di congelare la fase sindacale al fine di poter coinvolgere congiuntamente l’ADSP e
le società private che operano nel porto di Civitavecchia per verificare possibili assorbimenti del personale in esubero.

Intervenire quindi sulla riduzione dei licenziamenti attraverso percorsi di formazione e riqualificazione dei lavoratori in esubero.

L’Azienda ha ribadito che, in considerazione delle motivazioni esposte (riduzione importante dei servizi) l’accesso a strumenti temporanei di integrazione salariale non consentirebbe, senza un intervento esterno, di ridurre gli esuberi.

Tantomeno la Società, in considerazione del comportamento assunto dai soggetti esterni, ritiene sia opportuno prorogare la fase sindacale.

Sono questi i motivi che spingono le sigle sopra riportate a proclamare lo stato di agitazione e una prima giornata di sciopero per il girono 4 dicembre 2024 di tutto il personale dipendente della società PORT MOBILITY.

Si precisa che lo sciopero sarà effettuato garantendo i servizi costituzionalmente garantiti, secondo le
modalità stabilite dall’art 49 del CCNL dei lavoratori dei Porti.

Si ritiene che il tessuto produttivo e industriale di Civitavecchia ed il Porto di Civitavecchia da sempre gravati da una crisi occupazionale, non può assolutamente permettersi che 26 lavoratori e altrettante famiglie si trovino a perdere il posto di lavoro.

Pertanto, si attiveranno con tutte le Istituzioni locali e regionali per sensibilizzare la questione e trovare soluzioni condivise alternative ai licenziamenti.

Si attiva fin da questo momento una mobilitazione permanente in tutte le sedi.

Oltre che iniziative a livello mediatico e sociale, affinché azioni simili non diventino un “modello” di politica industriale.

Si richiede il ritiro della procedura e dell’intenzione di ricorrere a licenziamenti per la dignità e qualità del lavoro nel Porto di Civitavecchia.

Per un sistema economico basato non solo sul mero profitto ma anche e soprattutto sui diritti, la legalità e il rispetto della persona, contro il malcostume di scaricare semplicisticamente sull’anello più debole della filiera le difficoltà imprenditoriali.

Questo quanto emerge in un comunicato stampa a firma di FILT-CGIL, FIT-CISL, UILTRASPORTI, UGL MARE, USB, FAST

Riceviamo e pubblichiamo

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