In Libano stanno andando in scena una serie di attacchi israeliani. Nella UNIFIL colpita c’è anche un reggimento civitavecchiese.
Cerchiamo di svelare la composizione degli assetti nazionali di UNIFIL, la missione di pace istituita prima a marzo del 1978 e, poi, nel 2006. Dopo gli attacchi di Israele alle basi militari italiane, sono tante le famiglie preoccupate per la sorte dei militari che ne fanno parte.
C’è anche un reggimento civitavecchiese a formare la Task Force nata proprio per vigilare sul Libano dopo il ritiro delle truppe israeliane.
Queste ultime, infatti, ne avevano occupato la zona meridionale per poter creare una fascia di sicurezza dei propri confini necessaria per poter impedire delle aggressioni da parte di militari palestinesi.
Inoltre, la missione sorse anche per poter permettere al governo libanese di ripristinare la sua autorità sul Paese. Fino ad ora, come ha affermato il comandante del contingente italiano dell’UNIFIL Stefano Messina sulle pagine del Corriere della Sera, “un attacco alle nostre basi non era mai avvenuto prima”.
Il 10 ottobre, invece, l’esercito israeliano ha colpito gli impianti di telecomunicazioni, infrastrutture logistiche e anche un bunker. Fortunatamente, “il personale al suo interno è rimasto illeso”, ha aggiunto nell’intervista Messina.
Secondo quanto affermato dal comandante, le forze di difesa israeliane avevano inviato una richiesta al quartier generale di UNIFIL a Naqoura, chiedendo di far spostare il personale. Per rispettare la risoluzione 1701 dell’ONU, però, i vertici hanno optato per prendere la decisione unanime di non spostare le basi.
UNIFIL, i reggimenti che compongono la Task Force
Mentre il presidente israeliano Netanyahu chiede all’UNIFIL di allontanarsi dall’area in cui sembrano esserci delle roccaforti di Hezbollah, il presidente del consiglio dei ministri italiano Giorgia Meloni afferma che gli “attacchi alle basi sono inaccettabili” (Fonte: Ansa).
Anche il ministro della difesa Guido Crosetto si è schierato, affermando: “Non prendiamo ordini da Israele” (Fonte: Youtube – Tg La7). Intanto, però, nelle basi in Libano ci sono tanti soldati italiani e diverse famiglie preoccupate per le loro sorti.
La Task Force italiana di UNIFIL presente in Libano è composta da ben 1.256 militari, 374 mezzi terrestri e anche 6 mezzi aerei.
Questo tipo di operazione è denominata “Leonte”. A guidarla è proprio il Generale di Brigata dell’Esercito Stefano Messina, mentre la Task Force è composta principalmente dai militari della Brigata “Sassari”.
Oltre a loro, però, ci sono anche: l’undicesimo Reggimento Trasmissioni di Civitavecchia e i nuclei cinofili del Centro Militare Veterinario di Grosseto, i quali garantiscono supporto diretto al Settore Ovest; Il Reggimento Logistico e fanteria Sassari, il Reggimento Cavalleggeri di Lodi, il Reggimento Genio Guastatori e il Reggimento Cavalleggeri Guide che controllano la Blue Line e il territorio a Sud del Libano; il settimo Reggimento Difesa CBRN Cremona e il trentatreesimo Reggimento EW di Treviso, invece, fanno da elemento di supporto nazionale (NSE).
Infine, fanno parte del contingente nazionale anche: una componente di Polizia Militare dell’Arma dei Carabinieri; la componente dell’Aviazione dell’Esercito di stanza a Lamezia Terme; il Military Community Outreach Unit formato dal ventottesimo Reggimento comunicazioni operative “Pavia” di stanza a Pesaro.
“Se rischiamo l’incolumità, reagiremo per poterci difendere”, ha affermato Messina in una recente intervista (Fonte: Ilmessaggero.it). La speranza è che la situazione torni a essere più pacifica che mai, ma la situazione, purtroppo, è in divenire e gli scontri fra Israele e Libano sono in continuo aumento.
Michelangelo Loriga