Giovanissima e con le idee ben chiare: la moda è fatta per rompere gli schemi. Così Francesca Ranieri, classe ’03, lo scorso 7 settembre ha stupito i suoi concittadini con una sfilata unica e innovativa
In un mondo della moda sempre più globale e competitivo, la costantemente additata a “nullafacente” Gen Z, dimostra ancora il suo immenso valore – troppo spesso ignorato – coniugando due concetti solo all’apparenza incompatibili: Tradizione e Trasgressione.
Questo è stato infatti il tema della sfilata che si è tenuta lo scorso 7 settembre in Piazza Aldo Moro a Cerveteri (RM), a cura della giovanissima e talentuosa Francesca Ranieri, con il patrocinio del comune.
Un evento riuscito (benissimo, tra l’altro) grazie alla cura e alla dedizione della squadra coordinata da Francesca, giovane studentessa di Scienze della moda e del costume presso l’Università La Sapienza di Roma, che a soli 20 anni è riuscita a portare un vento fresco e nuovo nel suo comune di residenza.
Non tutti i cittadini, infatti, avevano accolto positivamente l’idea della sfilata, forse perché ancora oggi c’è un certo scetticismo sul significato intrinseco della moda e dei valori che essa possa trasmettere.
“Oh, ma certo ho capito: tu pensi che questo non abbia niente a che vedere con te…” direbbe Meryl Streep nei panni di Miranda Priestly ne “Il Diavolo veste Prada”; eppure, la moda così come ogni altra forma d’arte (perché di questo si parla, di arte) riguarda tutti noi.
“Lavorare in questo settore non è facile – confessa Francesca – Io ho questo sogno e mi metto in gioco fino alla fine, rischiando il tutto per tutto”.
Sono proprio la tenacia e la grinta che la contraddistinguono ad aver spinto la giovane Art Director a mettere in piedi un evento totalmente autogestito, con abiti realizzati da giovani promesse del design provenienti da tutta Italia ed indossati da altrettanti giovani modelli e modelle.
Tessuti sensibili e delicati, colori accesi e stravaganti, volti camuffati, sigarette in bocca e ornamenti vertiginosi: l’obiettivo? “Dimostrare che noi giovani, se vogliamo, possiamo fare tutto e bene, basta che ce ne diate la possibilità” sottolinea Francesca, che porta avanti i suoi valori anche con la sua associazione Style on the catwalk, che ha come fine ultimo quello di sfruttare la moda come mezzo per dimostrare chi si è, rompendo gli schemi.
Ma perché proprio “Tradizione e Trasgressione”? Forse perché è proprio dal connubio di queste due diverse rappresentazioni della realtà che si può creare qualcosa di davvero unico e magico.
Francesca Ranieri lo sa bene, e ha voluto lanciare una sfida a sé e ai suoi concittadini: portare in piazza un evento diverso dal solito, organizzato da giovanissimi, con la presenza di abiti unici che potessero stimolare la curiosità e lo spirito critico, quasi sfilassero sulla passerella dei veri e propri quadri viventi.
E dov’è la tradizione, in tutto ciò?
Non solo nella scelta di aprire la sfilata con degli abiti dal sapore tipico di diverse culture nel mondo, ma anche e soprattutto nella location destinata all’evento: Francesca ha scelto casa sua, la sua terra, rendendo con sé tutti i rischi di questa scommessa.
“A me interessa ciò che si nasconde dietro il celato – rivela Francesca – il bello della moda, e dell’arte in generale, è che essa riflette e rivela sempre una parte di noi, ma al tempo stesso cela significati, concetti, legami che ognuno può interpretare a modo proprio. La moda non va spiegata: va vissuta”.
Un evento che ha riscosso credibilità, entusiasmo e grande partecipazione, anche da parte dei modelli che hanno indossato le creazioni dei vari designer.
Tra questi c’è Federico Gerolin, amico e collaboratore di Francesca, nonché cittadino di Cerveteri che ha commentato così la serata in un suo post sui social:
“Un mio grande, GRANDISSIMO sogno si è avverato!
Sfilare abiti di alta moda nella mia amata Cerveteri: sembrava un’idea folle e impossibile, conoscendo il pensiero dei miei concittadini… Eppure, Francesca è non si è fermata davanti a nulla ed ha continuato sulla sua strada. Sei forte amica mia!”
Classe ’99, Federico è entrato nel mondo del “Fashion” più tardi rispetto ai suoi colleghi, ma lui non demorde, anzi: “Io ci voglio credere. Questo è un settore pieno di pescicani pronti ad azzannarti, ma ci sono anche tante brave persone che credono in te, come Francesca. Io vado avanti con i miei valori e le mie idee, cercando di raggiungere ogni mio obiettivo”.
Dopo l’esperienza a Cerveteri, Francesca Ranieri è pronta ad abbracciare nuove sfide: “L’accoglienza positiva di questa sfilata ha scatenato in me la voglia di ideare nuovi percorsi e di far vivere a chi mi circonda esperienze sempre più travolgenti”.
Si dice spesso che questa sia la generazione dell’apparenza, in cui la copertina del libro sembra sempre più rilevante del suo contenuto: Francesca, Federico e tutti i giovani che lottano per i propri sogni ed obiettivi, sono altresì la prova di quanto questa generazione, nonostante le grandi difficoltà del nostro tempo, abbia voglia di farcela, di dimostrare che dietro l’esteriorità si cela sempre ben altro.
In parte Francesca ha voluto dirci questo: dietro un abito, un tessuto, un abbinamento di colori, di fantasie, dietro un determinato approccio nel portamento o ad una camminata su una passerella, c’è un mondo ancora oggi sconosciuto dai più fatto di passione, di duro lavoro, dedizione, sacrificio e, soprattutto, di emozione.
Il mondo dovrebbe imparare ad apprezzare i giovani e i loro talenti, ma soprattutto a fidarsi di loro: scoprirebbe così che tradizione e trasgressione, in fondo, non sono poi due concetti così diversi.
Nicole Ceccucci