Il rigore leggero, l’emotività labile della carta e la meticolosa creatività di Susy Manzo, la cui arte rimanda all’antica tecnica giapponese della psaligrafia, in mostra a Roma
“Ho volutamente marcato la fragilità dell’individuo con la scomposizione di alcuni dettagli del corpo, quasi a “svuotarlo” per sottolinearne la delicatissima gracilità – dichiara l’artista – La necessità di rafforzare il legame empatico tra l’uomo e la natura in una dipendenza sana da salvaguardare e consolidare soprattutto in un momento storico così fragile e instabile diventa in S-composta ricerca di nuovi equilibri in cui, come in un gioco di parole, le “scomposizioni” creano nuove stabilità con “composta” dignità”.
Tra le altre opere in mostra, ci sono “Abito Qui #2”, una installazione realizzata in carta kraft e carta velina che rappresenta un abito di dimensioni reali, e “Jewels”, una serie di sculture-gioiello, anche indossabili, realizzate nel 2020 in paper-clay, resina e pigmenti.