Regione Lazio, il governo “vara” il Ministero del Mare

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“Il ministero del Mare sia guida di tutto il sistema, serve una nuova visione” Lo dice il professore avvocato Alessandro Botti, presidente di Ambiente Mare Italia-Ami

‘Il Mare rappresenta la risorsa italiana più importante, sia da un punto di vista ambientale che economico.

E’ confortante riscontrare come finalmente, anche per merito della proposta di istituzione del ministero del Mare, si sia aperto un forte dibattito sul nostro ‘tesoro blu’ e le sue tante filiere produttive’.

E’ il parere del professore avvocato Alessandro Botti, presidente di Ambiente Mare Italia-Ami, sull’ipotesi che sta emergendo in questi giorni dell’istituzione, nel prossimo Governo, di un dicastero dedicato al Mare.

Quindi per Lei l’istituzione del ministero del Mare è la soluzione al problema della valorizzazione del ‘tesoro blu’?

“Sono certo che il Mare abbia bisogno di una governance unitaria e coerente. Quindi se un nuovo ministero può garantirla, ben venga. Abbiamo bisogno di un nuovo modello decisionale che riesca con forza a garantire interventi concreti e coordinati in tutte le sue molteplici componenti.

Dalla pesca e acquacoltura al trasporto marittimo di persone e merci, da un turismo sostenibile alla promozione di una cantieristica di eccellenza, dalla nautica e le attività sportive ai delicati processi di regolamentazione e tutela ambientale, tutti aspetti che meritano una guida unica e che invece si trovano ora dispersi e ripartiti in diversi ministeri.

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Nel Pnrr si parla solo incidentalmente di mare e a esso vengono destinati fondi non sufficienti, il ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare è stato trasformato nel ministero della Transizione Ecologica in cui la tutela e valorizzazione del mare appaiono secondari e residuali rispetto ad altri temi e nella recente campagna elettorale solo poche forze politiche hanno affrontato il problema della tutela e della valorizzazione, anche economica, del mare”.

Serve quindi una nuova visione per le prossime politiche del Mare?

“Sono convinto che del Mare non si possa e non si voglia più fare a meno e vedo in alcuni una reale volontà di cambiamento, di cui la proposta dell’istituzione di un ministero del Mare pare solo una delle manifestazioni.

Da un punto di vista economico il X Rapporto sull’economia del mare ci dice come il ‘sistema mare’ sia trainante per l’intera economia nazionale e come i suoi numeri crescano costantemente da anni.

Le 225mila imprese impegnate nella Blue Economy rappresentano il tessuto italiano imprenditoriale più giovane, più flessibile e più attento alla sostenibilità ambientale dei propri processi produttivi e sono state capaci di produrre nell’ultimo anno 136 miliardi di euro di valore aggiunto, pari al 9,1% della ricchezza nazionale.

Ma il mare ha bisogno soprattutto di attente politiche di tutela, conservazione e valorizzazione, che permettano da una parte di ottimizzare i risultati economici e assecondare la vitalità imprenditoriale, e dall’altra di conciliare tali potenzialità con i suoi fragili equilibri biologici.

Dobbiamo inoltre essere in grado di assumerci una responsabilità di centralità internazionale nell’ambito del bacino del Mediterraneo, il ‘Mare Nostrum’, che diviene ogni giorno più importante e strategico da un punto di vista culturale e degli scambi commerciali, delle infrastrutture sottomarine che permettono le comunicazioni e l’approvvigionamento energetico dal nord Africa e da Est, ma anche un sistema fragile e minacciato dall’inquinamento e dagli effetti dei cambiamenti climatici’.

L’associazionismo ambientale può svolgere una importante funzione di divulgazione. Quali i possibili ambiti di collaborazione con le istituzioni?

“Il mondo del Terzo Settore in ambito ecologico e della valorizzazione del nostro patrimonio di natura e biodiversità è particolarmente evoluto e impegnato in Italia.

Tante associazioni svolgono già da molti anni attività di monitoraggio, intervento ambientale ed educazione e sono protagoniste del cambiamento anche con la loro capacità di elaborazione dei temi ambientali, di dialogo tra le più svariate componenti e di concrete proposte che nascono dalla conoscenza dei territori.

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